Partiamo da quello che si vede: qui gli abbeveratoi sono coperti, per evitare che la paglia lanciata sulle cuccette e altro genere di sporcizia finisca nell’abbeveratoio e nell’acqua (nelle due fotografie si vede la parte frontale e quella posteriore).
Niente fantascienza, solo una misura pratica che però ha una sua efficacia per mantenere l’acqua pulita e gradevole.
Altri dettagli degni di nota: i due scarichi differenziati per ogni abbeveratoio. Permettono un differente convogliamento delle acque di svuotamento dell’abbeveratoio in estate o in inverno.
In estate, dato che si utilizzano i liquami in campagna, le acque di svuotamento sono inviate direttamente alla fossa dei liquami.
Lo scarico invernale invece serve a convogliare l’acqua di svuotamento dell’abbeveratoio in un fosso, senza andare a incrementare così il volume dei liquami.
A proposito: sotto la guida del nastro che muove la ruspetta lungo la corsia è stata fatta una tubazione, così che quando le vacche urinano e quando si lavano gli abbeveratoi, non rimane il ristagno sulla corsia, ma il liquido in questione scorre via velocemente. Non è legato all’abbeveratoio, ma è pur sempre una questione di liquidi.
E passiamo ora a quel che non si vede dell’abbeveratoio.
Sotto ogni abbeveratoio è stato scavato un pozzetto di due metri di profondità, creando un volume vuoto che recupera calore dal suolo e lo trasferisce all’abbeveratoio, impedendo il congelamento dell’acqua in inverno.
Una sorta di volume tampone a temperatura costante che permette all’acqua di non raffreddarsi troppo in inverno, ma anche di mantenersi a temperature più gradevoli in estate.
L’allevatore che lo ha ideato e realizzato sostiene che funziona benissimo.