L’ho sentita come possibilità e quindi la riporto. Ognuno poi le dia il peso che ritiene.
In estrema sintesi: sfruttare l’alto tasso zuccherino del sorgo trinciato per orientare al meglio e rapidamente le fermentazioni del silomais, così da avere una massa che si stabilizza prima e ha gusto, qualità e sanità finale all’apertura della trincea, migliori.
Ebbene, cosa ha fatto questo allevatore?
Un po’ come con una torta, con il pan di Spagna che è coperto dalla glassa: ha messo nella parte più alta della trincea di mais uno strato di 60-70 cm di trinciato di sorgo.
Ovviamente, avendo entrambi nel campo, ha potuto farlo.
Il vantaggio di questa pratica è evidente: si arricchisce la trincea del mais con una frazione molto zuccherina e anche più acquosa della frazione sottostante. Il liquido zuccherino percola verso il basso e viene assorbito dalla massa nella trincea sottostante, contribuendo ad elevarne il tenore zuccherino e aiutare la partenza delle fermentazioni.
Che prima partono meglio è, come è noto.
Inoltre la parte superiore è quella meno pressata nella massa e, quindi, essendo occupata da una frazione a facile e rapida fermentazione, la qualità anche nella parte alta resta elevata.
La pratica di stratificare il trinciato di mais con altro non è nuova, certo, ma in questo caso l’abbinamento col sorgo trinciato aggiunge una zuccherata naturale tutt’altro che disprezzabile.