Cominciamo col definire chi sono i Millennials, casomai ci fosse qualcuno che non sappia chi siano. Ricercatori, sociologi, esperti di marketing definiscono Millennials o Generazione Y quelle persone nate tra gli anni ’80 e 2000, prima generazione a godere della totale connessione a tutto e tutti.
Generazione che mostra comportamenti assai diversi dalle generazioni precedenti: non è troppo interessata a comprare beni simbolici, come ad esempio un’auto o una casa. Preferisce il prestito, l’affitto, lo scambio, tutto ciò, insomma, che non limiti la possibilità di muoversi; fa cose, vede gente, cerca esperienze, filma, posta, scambia, vive nel raggio di un wi-fi gratuito e, quanto a mangiare e bere, ha accesso a una montagna di informazioni mai conosciuta prima.
Dato che si tratta di una generazione che traina il mercato e che avrà sempre più peso con il passare del tempo, è interessante notare – come spiega bene un articolo su Dairy Foods – che in materia di alimenti i Millennials cercano marchi premium e sono disposti a pagare anche un po’ di più per averli. Vogliono però sapore, e stanno abbandonando i dietetici e insapori prodotti a latte scremato alla ricerca di prodotti del segmento premium che hanno il sapore e il gusto del latte intero e di tutto il suo grasso.
Una tendenza che va crescendo e che vede coinvolto in particolare lo yougurt, che sta diventando il protagonista di una nicchia tutta sua, fatta di innovazione e di vari tipi di referenze che andranno ad occupare gli scaffali di vendita e saranno con sempre più attenzione considerati dai consumatori, non solo per la prima colazione ma anche come snack a tutte le ore, al posto dei classici prodotti dietetici a basso contenuto in grassi.
Del resto i dati Nielsen – come sottolinea l’articolo di Dairy Foods – indicano un declino costante delle vendite di yogurt magro.
Se questo succede negli Usa, è evidente che la cosa ha e avrà un orizzonte ben più ampio.
Chi fa latte e chi fa yogurt è avvisato.