Recentemente sono stato a visitare una bella azienda che si affaccia sull’Appennino. Tanti gli spunti, ma vorrei soffermarmi qui sulla questione pascolo per come è attuata. Il tema è attuale e ogni declinazione del tema interessante.
Vediamo dunque.
Per cominciare la stalla delle bovine in lattazione: fatta per permettere l’accesso alle bovine alle parcelle di pascolo esterne in maniera totalmente volontaria, secondo la volontà delle bovine, che scelgono quando stare in stalla e quando fuori. Dunque, si può fare.
Ma il punto che mi ha incuriosito è un altro. E cioè la trafila per fare imparare alla rimonta a usare come si deve pascolo e cuccette.
Lasciato il box con casetta singola, a una ventina di giorni circa, i vitelli sono messi insieme in un box collettivo su lettiera (quello che vedete nell’immagine). Qui hanno il loro primo contatto con il pascolo e anche con il filo elettrificato che delimita la parcella, dettaglio non secondario.. La parcella è minima, perché serve solo a far prendere confidenza con due elementi nuovi.
Il passaggio successivo è in un paio di box, questa volta con cuccette ma senza accesso al pascolo.
Perché?
Perché bisogna anche farle famigliarizzare con la cuccetta. La spiegazione che mi è stata data è questa: se per tutta la loro vita prima di passare nella stalla di lattazione, su cuccette, gli animali non le incontrano mai, poi per loro sarà uno stress e non è detto che le utilizzino adeguatamente.
Avendo a disposizione il pascolo, si coricherebbero sempre per terra, non solo da manze ma probabilmente anche successivamente, una volta spostate nella stalla di lattazione, non avendo mai famigliarizzato con le cuccette e ritrovando il pascolo che conoscono bene. Con questo sistema, invece, ricordano anche la cuccetta con paglia e ne fanno un buon uso.
Successivamente, fatto l’apprendistato delle cuccette, le manzette passano in un recinto, con cuccette ovviamente e, questa volta, anche con accesso alla parcella di pascolo. Ma ormai hanno imparato a usare le cuccette.
Da qui passeranno al gruppo delle asciutte e poi nella stalla di lattazione, senza più lasciare il binomio pascolo e cuccetta. Ma con alle spalle tutta l’esperienza per usare al meglio sia l’uno che le altre.