Quando il gioco si fa duro i duri cominciano a ballare. O, se hanno qualche idea nel cassetto, la tirano fuori.
E, a proposito di idee, mi ha colpito quella di un allevamento dove, negli anni passati, era stato fatto l’investimento dei pannelli solari.
Sui tetti dei capannoni e anche su un piccolo appezzamento di terreno.
Tralasciando ogni considerazione sul fotovoltaico, quello che mi ha colpito è stato un altro dettaglio.
L’area occupata dai pannelli fotovoltaici sul terreno ovviamente è inutilizzabile a scopo agricolo. Ma non per questo non può dare un reddito supplementare.
E così ecco l’idea: allevare polli da carne.
Detto, fatto.
Sono state create delle capannine per il riposo notturno, piazzati abbeveratoi e qualche mangiatoia per il mangime, coperto il tutto con una rete anti rapaci, senza che questa intralciasse i pannelli posizionati ben più in alto sui loro sostegni metallici.
E, punto fondamentale, accordo con chi ritira il prodotto alla fine di ogni ciclo (tranne nella stagione invernale per ovvi motivi) con la creazione di una linea di pollo da carne ruspante (effettivamente, ruspante è ruspante) di cui si è persa la memoria.
Impegno supplementare minimo in termini di ore di lavoro necessarie. Reddito supplementare interessante.
Certo, qui allevatori da latte erano e allevatori di vacche da latte restano. Ma certo non sono dei polli