Arriba, arriba…. Ma chi? È lui, El Niño. Stando alle teste d’uovo che si occupano di meteorologia in maniera professionale, tra il 2015 e il 2016 potrebbero crearsi le condizioni perché El Niño torni.
Per dirla maccheronicamente, El Niño è quel fenomeno climatico, legato al riscaldamento degli oceani e allo sconvolgimento delle correnti, che ha una sua periodicità di 6-7 anni e che quando si presenta porta a un’alterazione del clima in vaste aree del globo, con siccità prolungate o inondazioni. A qualcuno tocca l’una, a qualcun altro tocca la seconda opzione, ma sempre con esiti devastanti.
Che El Niño ritorni oppure no non è indifferente, nemmeno per il mondo del latte. Quello che può fare la differenza sui mercati internazionali, depressi da tanta offerta, è infatti il possibile verificarsi di siccità in Australia, Paese che con la Nuova Zelanda ha un forte impatto sulla quantità di latte che viene scambiata sui mercati internazionali, perché da queste stalle proviene buona parte della frazione commercializzata a livello internazionale.
Non solo.
Siccità o inondazioni in Sud America potrebbero pesantemente condizionare la produzione di mais e soia, con immediato interessamento della speculazione finanziaria pronta ad amplificare verso l’alto o verso il basso ogni avvisaglia di cambiamento.
Quando guardiamo le previsioni meteo, potrebbe dunque essere utile tenere d’occhio anche quelle dall’altra parte del mondo.