Aumentano gli abbattimenti: ci sarà ancora latte? Lo so, titolo provocatorio. Ma l’argomento alti costi di produzione trascina un fatto collaterale di cui si parla molto: l’abbattimento di capi, la riduzione numerica delle mandrie come conseguenza, appunto, di costi diventati troppo onerosi.
C’è chi sostiene che potrebbero esserci conseguenze durature sulla produzione complessiva di latte, venendo meno, numericamente, la mandria nazionale.
È così? Sono sensazioni suffragate dai numeri o sensazioni e basta?
Di questo e altro (di cui non mancherete di avere un resoconto puntuale su Steaming Up Premium) ne ho parlato con l’amico Alberto Menghi, noto ricercatore del CRPA di Reggio Emilia e specialista del settore latte.
Che, numeri alla mano, smentisce un po’ certe ipotesi più pessimistiche.
Sugli abbattimenti e sulle loro conseguenze ecco cosa dice:
“È presto per dare giudizi definitivi, ma già si possono vedere delle tendenze significative. Gi alti costi di alimentazione hanno spinto molte stalle a ridurre il numero di capi, eliminando quelli meno produttivi.
È vero, su questo c’è un certo allarmismo, paventando riduzioni importanti del numero di animali nelle stalle. Ma i dati in nostro possesso ci dicono che in realtà c’è stato un aumento degli abbattimenti del 10-11%, un dato fisiologico in una situazione di alti costi alimentari e di necessità di razionalizzare le spese e tenere in stalla solo i capi più produttivi ed efficienti.
Sono abbattimenti quindi che non dovrebbero avere un impatto troppo importante sulle produzioni complessive.
Ricordo che eliminare il 10% in più di animali, se questo riguarda i capi meno produttivi e/o le vacche a fine carriera, non corrisponde a una equivalente diminuzione della produzione del 10%, ma assai di meno.
Aumentano gli abbattimenti, quindi, ma in alcuni casi potrebbe avere effetti perfino positivi visto che il sovraffollamento delle stalle è uno dei mali gestionali tra i più diffusi nelle stalle italiane.
È istruttivo a questo riguardo l’esempio olandese. Qui, anche per questioni di politica ambientale, il numero di capi si è ridotto, ma non è diminuita la produzione in modo proporzionale”.
Così la situazione vista da chi analizza dati e numeri. Insomma: è vero che è in corso una “scrematura” nelle mandrie, ma non sarà da qui che si avrà – se si avrà – una riduzione di produzione significativa. Anzi, non è detto che non possa anche essere un passaggio doloroso ma efficace in termini di maggiore efficienza delle stalle.
Domani riprendiamo il filo del discorso con una questione in primo piano di cui si parla poco o nulla, ma che potrebbe avere un impatto fortissimo sugli equilibri mondiali della produzione e del prezzo del latte: la marcia dell’India per triplicare la sua produzione.