Azienda smart o azienda dinosauro? Di che si tratta? Ovviamente se siete smart avrete già capito.
Detta in estrema sintesi essere smart, come azienda, significa essere capaci di leggere i segni dei tempi, meglio se in anticipo, interpretarli alla luce della propria realtà e del proprio mercato e ragionare prima e agire poi per orientare il timone della barca e aggiustare le vele per continuare a navigare con i nuovi venti in arrivo.
Non è certo facile. Vuol dire mettere in discussione ogni risvolto della propria attività, chiedersi se ciò che si sta facendo – e come lo si sta facendo – sarà ancora in linea con ciò che il consumatore – o il mercato se volete – vorrà, chiederà e sarà disposto a pagare per avere.
Vale per tutti, anche per chi fa latte.
Perché è vero che il latte è sempre quello da secoli, ma in questi ultimi anni la sua definizione di qualità e il suo appeal sta cambiando enormemente, sulla spinta di istanze di sostenibilità ambientale, benessere animale, emissioni, eticità.
Essere un’azienda smart significa capire che tutto ciò conta – e conterà – quanto la sua sanità e la sua qualità “tradizionale”.
Essere smart significa anche mettersi in discussione, ragionare – meglio se con l’aiuto di qualcuno dall’esterno che ha un quadro più oggettivo della situazione – se il nostro modo di agire e gestire l’azienda è al passo con le nuove sfide.
Si può camminare in avanti in due modi (vale per le persone, vale per le aziende): guardando avanti, accettando la sfida dei tempi, o guardando indietro, continuando a fare come si è sempre fatto e prendendosela con il resto del mondo che non si adegua.
E qui veniamo all’azienda dinosauro. È quella, appunto, dove ci sono troppe cristallizazioni date da abitudini, rendite di posizione, modi di fare mai messi in discussione per riuscire a rispondere alla sfida del cambiamento. Il più delle volte, addirittura, nemmeno è compresa.
Come i dinosauri che guardavano senza capire quel grosso meteorite in arrivo…
Sappiamo poi come è andata a finire.