Il confronto tra le due fatture è impietoso: parità di periodo, parità di latte consegnato, differenza di circa 12mila euro: 50mila anziché 62mila. I costi? Praticamente identici da un anno con l’altro. Cambia, questo sì, il prezzo pagato dal caseificio per il latte consegnato.
Già questo, per l’azienda in questione – una fra le tante, questo vale praticamente per ogni azienda – fa venire la pelle d’oca e fa guardare con apprensione al domani.
Ma non è tutto.
Anno dopo anno la Pac porta in cassa meno soldi in maniera sostanziale. E, per quest’anno che ormai volge al termine, questi soldi ancora non si sono visti.
Mettiamoci poi i PSR persi nelle nebbie e nelle scartoffie e il gruzzolo ad essi associato nel frattempo, che sarebbe stato ossigeno per l’asfissia del momento.
Ecco delineata la tempesta perfetta che si è abbattuta in questi mesi sulle stalle da latte e che rischia di fare affondare anche i vascelli più accorti e robusti, ossia anche quelle aziende più oculate nella gestione e che, nonostante tutto, ora stanno lavorando in perdita.
In tutto ciò qualche inutile domanda degna di questo blog di facezie e cose poco serie sorge: quando la tempesta perfetta sarà passata, come si metteranno nuovamente insieme i relitti galleggianti? E dove si troverà il latte italiano che tutti onorano con tante parole ma ben pochi euri?
Fortunatamente c’è un’isola felice, come ognuno sa.
Tutti coloro che a vario titolo rappresentano, guidano, gestiscono il mondo agricolo sono sempre stati al timone a sfidare la tempesta con i loro associati e rappresentati, dimenticando da tempo divisioni, interessi di parte, gelosie, rendite di posizione, rifiutando ogni comodo cantuccio sottocoperta per condividere i rischi del mare in tempesta, non cedendo alla tentazione di usare la politica per giocare di sponda e offrendo sempre indirizzi chiari e lungimiranti per uno sviluppo del settore, fatto di idee e innovazione.
O no?
Tutto corretto, ma finché non si prende coscienza che questo non è un momento di crisi, ma una nuova economia con regole nuove, non se ne viene fuori. E più tardi si comprenderanno le regole, e di conseguenza ci si regolerà, tanto più sarà dura la botta!
Ma ci rendiamo conto di quanti soldi si lasciano per strada ogni anno in mala gestione? Semplicemente con un po’ di umiltà e di volontà di mettersi in discussione cercando di guardarsi dentro e prendendo decisioni correttive, tutto è facilmente applicabile, con risultati che mai ci aspetteremmo!!
Magari con un supporto, interno o esterno, all’altezza della situazione.
Tutto ciò fa parte di quel fenomeno che si chiama selezione naturale secondo la quale non sopravvive l’animale più forte e nemmeno quello più intelligente, ma quello più propenso al cambiamento e all’evoluzione.
Buona evoluzione a tutti!