Batch milking, una sala di mungitura con tanti robot singoli dentro a mungere. Anche se quando si parla di robot di mungitura per stalle di grandi dimensioni si va a colpo sicuro con l’immaginare una serie di robot distribuiti nella stalla, uno per ogni settore interessato. Di fatto una serie di piccole stalle, ognuna con il suo gruppo di vacche e il suo robot, contenute all’interno della stalla generale.
Oppure c’è l’opzione della giostra completamente robotizzata, ma gli impianti di questo tipo sono pochi nel mondo e l’impressione è che si debba ancora un po’ affinare il meccanismo per guadagnare in affidabilità per una sfida tecnologicamente estremamente impegnativa.
A queste soluzione se ne affianca ora una completamente differente, concettualmente e a livello realizzativo.
Di cosa di tratta?
Di combinare quello che è lo standard della normale routine di mungitura con la robotizzazione.
Mi spiego meglio.
Cosa avviene normalmente alla mungitura?
Un operatore spinge il gruppo di vacche alla sala di attesa, da qui esse sono avviate alla sala di mungitura, vengono munte e quindi tornano nella stalla.
Ebbene, con questo nuovo sistema, lo schema è mantenuto, salvo il fatto che la sala di mungitura è realizzata con robot di mungitura, svariate unità di mungitura robotizzata che, anziché essere sparse nella stalla, sono raggruppate in una sala di mungitura circolare.
Si chiama Batch milking e ci sono due stalle in Italia prossime alla loro messa a punto.
Qualche dettaglio per capire meglio.
Immaginate una margherita: la parte centrale, gialla, è costituita dalla sala di attesa, i petali bianchi tutto attorno sono i vari robot di mungitura.
I petali, o meglio, i robot, sono posizionati a coppie di due e vanno a coprire un perimetro pari a due terzi del cerchio.
Dietro di loro c’è la sala di attesa, dalla stessa forma circolare, dove sono presenti le vacche in attesa della mungitura. Uno spingivacche particolare, a forma di pettine, continua a girare, come una lancetta di orologio, e avvia le vacche del gruppo all’ingresso nei robot. Man mano che lo spingivacche continua la sua rotazione tutte le vacche del gruppo entrano nei robot e, contestualmente, si liberano i robot che sono stati occupati per primi.
Nel frattempo è arrivato un nuovo gruppo di vacche, è entrato nella sala di attesa e comincia il suo ingresso nei robot, come si è visto per il precedente, sollecitato gentilmente dalla rotazione dello spingivacche. E così via, man mano che i nuovi gruppi arrivano.
Come arrivano le vacche alla sala di attesa e ai robot? Un operatore spinge i vari gruppi dai rispettivi recinti fino all’accesso alla mungitura, dopo di che tutto avviene in automatico.
L’operatore, dopo avere spinto un gruppo torna indietro e spinge alla mungitura il gruppo successivo, fino all’ultimo gruppo.
Adesso torniamo alle vacche in mungitura dentro il robot. Finita la mungitura escono dal robot e si trovano davanti un percorso circolare che costeggia i robot.
Muovendosi lungo questo corridoio arrivano a una prima zona di separazione, per andare eventualmente al gruppo di separazione (unico per tutta la mandria) oppure continuano e altri cancelli di separazione avvieranno automaticamente le vacche al loro recinto di appartenenza.
Tutto senza necessità di intervento dell’operatore.
Questo si ripete due o tre volte il giorno, in base al numero di mungiture adottato nell’azienda.
Qui, ovviamente, non si segue il classico schema dell’accesso volontario al robot, ma si ripropone lo schema della sala di mungitura con due o tre accessi giornalieri ad orari definiti.
Solo che a mungere ci sono tanti robot.
I punti di forza del sistema?
- Riduzione del personale necessario, dato che basta un solo operatore per gestire la movimentazione delle vacche.
- Non ci sono da spingere le vacche che ritardano al robot, perché lo fa in automatico lo spingivacche nella sala di attesa.
- Non c’è da andare in giro per la stalla a gestire allarmi nei vari recinti, dato che tutto è centralizzato.
- C’è un gruppo di separazione unico per tutta la mandria, dove fare i trattamenti necessari.
- Centralizzazione degli impianti: gruppo del vuoto e compressore.
- Massimo operatività dei vari robot, dato che ci sono sempre vacche che sono spinte arrivano alla mungitura.
- Possibilità di creare gruppi virtuali nella mandria e suddividere il latte munto dai vari robot in linee e tank differenti.
- Riduzione al minimo dei problemi in caso di fermo macchina, dato che, essendo tutti i robot raggruppati, l’eventuale fermo di uno di essi incide poco sull’operatività del sistema, essendoci tutti gli altri vicini funzionanti.
- Combinazione ottimale tra mungitura robotizzata e situazioni, come per il Parmigiano Reggiano, nelle quali ci sono vincoli di orari di mungitura.
Le immagini sono tratte da Progressivedairy.com.
Ognuno poi tragga ovviamente le sue valutazioni, però, indubbiamente, la novità c’è.