Ormai sono tanti i robot di mungitura che di esperienza in materia se ne è fatta parecchia, comprese le cose da fare e da non fare.
Tra le prime metterei di sicuro quello che ha fatto questo allevatore.
La situazione di partenza: circa 150 vacche destinate a passare dalla vecchia stalla in disarmo alla stalla nuova con i robot di mungitura.
Per il primo mese, a trasferimento delle bovine nella nuova struttura avvenuto, la mungitura è stata mantenuta nella vecchia stalla e nella vecchia sala di mungitura.
Le bovine, nella nuova stalla, utilizzavano i robot come semplici autoalimentatori, attratte dalla gradevole novità di trovare del gustoso concentrato come premio alla loro visita. Decisamente una bella novità.
Questo è servito a familiarizzare con le macchine, con i movimenti, con i cancelli separatori, con la nuova routine.
Passati i trenta giorni i robot hanno cominciato a mungere, riducendo stress per bovine e per allevatore.
C’è da dire che qui c’è una certa attenzione al training degli animali.
Vale anche per le manze, allevate su lettiera. Per abituarle alle cuccette che troveranno una volta entrate in lattazione, un paio di settimane prima della data di parto sono messe in un box a cuccette, così da avere il tempo di farci l’abitudine allorché diventerà la nuova regola poi.
Infine, giusto per confermare che preparare e prepararsi prima è cosa buona e giusta, la selezione: da molto tempo prima che si realizzasse materialmente la nuova stalla con i robot si è cominciato a utilizzare tori miglioratori per l’attitudine alla mungitura robotizzata, per essere poi pronti, come è stato, con animali più adatti.
Niente di trascendentale per carità. Però segni interessanti di un metodo di lavoro dove non c’è spazio per l’improvvisazione.