Per le colture estive le strategie cambiano in base all’acqua disponibile per l’irrigazione.
Mai come ora, infatti, è chiaro che con la disponibilità di acqua estiva bisogna fare i conti allorché si tratta di pensare un piano foraggero in grado di portare in azienda una quantità di alimento per la stalla soddisfacente in quantità e qualità
L’anno appena trascorso, per entrambe, è stato pesante. Tuttavia è agli anni futuri che dobbiamo pensare e a come sarà possibile gestire in maniera soddisfacente la campagna, tra siccità e caldo incombenti e stagioni con eventi estremi sempre più norme e sempre meno eccezione.
Del resto i dati di oggi confermano le proiezioni di ieri e mettono ormai la nostra penisola in quell’area definibile come semi-arida che interessa tutto il sud Europa.
Da qui bisogna partire.
E da qui sono partiti in un recente webinar dell’Arap, di cui vi riporto uno stralcio interessante dedicato a due possibili linee di azione per le colture estive in base alla disponibilità di acqua verde e di acqua blu.
Solo un inciso, perché su questo ci torneremo: viene definita acqua verde quella delle piogge, che le colture (così come il resto della vegetazione) utilizza e che altrimenti sarebbe “persa”. Quindi senza competizione con altri usi. Viene definita invece acqua blu quell’acqua presente in bacini o falde il cui uso per irrigazione agricola la sottrae ad altri usi, ad esempio civili.
Concentriamoci sull’acqua blu. Come si è visto, la situazione è assai variabile per area considerata. Ci sono posti dove, anche nella scorsa estate, l’acqua non è mancata (da pozzi, da reti irrigue). Altri invece sono stati pesantemente penalizzati.
Ebbene, questo è il primo dato da valutare: su quanta acqua blu potrò contare? Tanta, ossia per tutte le irrigazioni che si renderanno necessarie. Oppure poca, con quantitativi limitati e incerti.
Il primo lo chiamiamo scenario A, il secondo scenario B.
Lo scenario A è quello più semplice, visto che non si pongono particolari problemi. Si può puntare al mais su una ampia superficie, per silomais, pastone o granella. Ampie estensioni possono essere destinate anche a medicai e prati, i quali, grazie alla buona disponibilità di acqua irrigua, potranno dare sfalci ravvicinati da primavera all’autunno con foraggio di qualità. Insomma, ampia libertà di scelta.
Ma è sullo scenario B, quello con scarsa acqua di irrigazione nei mesi estivi, che ci dobbiamo soffermare maggiormente, perché è questa la situazione più diffusa, al presente e in prospettiva.
Torniamo al mais: non è precluso, ma sicuramente dovranno esservi destinate superfici minori, limitate solo ai terreni più vocati e dove si ritiene che un po’ di irrigazione potrà essere fatta. Sarà fondamentale seminare precocemente, per far sfruttare al mais quell’acqua verde ancora presente nel terreno per le piogge primaverili e ridurre così la necessità complessiva di acqua blu.
In questo caso è sconsigliato il silomais: visto che la superficie è poca meglio puntare alla parte più energetica e fare del pastone di spiga.
Medicai e prati sì, ma data la mancanza di acqua blu dovranno essere fatti tagli precoci in primavera, quelli che hanno beneficiato dell’acqua verde delle piogge, arrivando a giugno con almeno tre tagli fatti di foraggio giovane, ricco di proteine e fibra di qualità. Della medica si sa la capacità di superare periodi di siccità e, come per i prati, è importante la capacità di “bloccarsi” a luglio e agosto per poi ripartire con i mesi successivi.
I grandi protagonisti in questa situazione sono però i sorghi, specialmente quelli da foraggio, che permettono di ottenere grandi masse di foraggio, con più tagli, anche in situazioni di limitata disponibilità idrica.
Aggiungendo altri spunti, non va trascurata la possibilità offerta del miglio perlato, con varietà a spiga alta, che dopo un pre-appassimento in campo può essere insilato e dà un buon foraggio, ma può essere anche una buona opportunità per il pascolamento.
A monte di tutto ciò, però, una considerazione generale direi fondamentale: le colture autunno-primaverili sono e saranno sempre più la base strategica della produzione foraggera, perché necessitano solo in casi eccezionali irrigazione e, quindi, se le cavano con la sola acqua verde. Le colture estive vengono a supporto.
Questa è la nuova normalità.