Contatto vacca-vitello neonato: il 2023 porterà novità. magari non ancora norme cogenti, ma indicazioni più precise che indirizzeranno la norma.
Se inizialmente erano solo le associazioni animaliste a volere un superamento della separazione precoce del vitello dalla madre e a puntare il dito sul mancato contatto vacca-vitello neonato, ora la questione è presa in esame anche dall’interno, diciamo così. Si comincia a ragionare sul fatto che un contatto più lungo tra madre e vitello potrebbe portare più vantaggi che problemi.
Certo, su come e per quanto tempo realizzare questo contatto non c’è univocità.
A questo proposito l’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare) ha ricevuto l’incarico dalla Commissione europea di produrre una serie di pareri scientifici sul benessere animale che fungessero da base scientifica per future proposte legislative. E all’interno di questo incarico ha realizzato una prima bozza di parere scientifico sul benessere dei vitelli (clicca qui) che ora è disponibile per la consultazione pubblica.
Seguiranno poi modifiche eventuali in seguito a osservazioni e indicazioni ricevute, per arrivare alla versione finale del parere scientifico che non dovrebbe andare oltre l’inizio primavera 2023.
A questo punto la palla passerà alla Commissione come base per una futura normativa.
Ed ecco le raccomandazioni finali dell’EFSA, che, come potete notare, sottolineano come ragionare e lavorare sul tema del contatto vacca-vitello negli allevamenti da latte sia una cosa intelligente per non farsi trovare impreparati.
Si raccomanda che in allevamento ci sia un minimo di 1-2 giorni di contatto tra il vitello neonato e la madre. Successivamente il vitello andrà alloggiato non da solo ma con un altro vitello.
Ma questa indicazione è solo un primo passo perché l’obiettivo è quello di dare al vitello neonato un contatto con la madre durante tutto il periodo precedente allo svezzamento, non necessariamente con accesso alla suzione. E se questo non è possibile è raccomandata la presenza di una vacca nutrice.
Siamo ancora in una fase interlocutoria, certo, ma sicuramente la strada è tracciata e l’arrivo di indicazioni più stringenti o di normative specifiche non tarderà.
Meglio dunque cominciare a pensare al contatto prolungato madre-vitello non come a una stravaganza gestionale, ma come a una necessità.