Certo, come si usa in questi casi quando si deve far vedere che le intenzioni sono ambiziose e si vede lontano – tanto più se la campagna elettorale è accesa e tutto fa brodo – i titoli sono altisonananti: addirittura si parla di riorganizzazione della zootecnia. Niente di meno.
E cioè?
Vediamo, ma se rivoluzione sarà siamo ancora ben lontano dal vedere nei dettagli come e, a dire il vero, la mia impressione è che ci sia molto politichese, molto burocratese, molto dire e non dire in ciò che è passato nel Consiglio dei Ministri del 19 gennaio scorso.
Il CdM ha approvato lo schema di decreto legislativo con il quale “si punta alla riorganizzazione dei servizi al settore zootecnico e in particolare della disciplina della riproduzione animale, finalizzata al raggiungimento degli obiettivi stabiliti dalla politica agricola comune e dalle norme nazionali in materia”, dice il comunicato.
E, ancora: “L’adozione del provvedimento legislativo garantirà infatti un adeguamento delle normativa alla disciplina comunitaria, la specializzazione e liberalizzazione dei servizi legati al miglioramento genetico animale, la semplificazione ed ottimizzazione dei modelli organizzativi e la riorganizzazione e valorizzazione delle banche dati e delle informazioni raccolte negli allevamenti zootecnici italiani”.
Nel concreto sembrerebbe che siamo arrivati al punto di svolta, almeno nella definizione di un binario: si apre a un modo nuovo e meno centralizzato (e sovvenzionato pubblicamente) del Sistema allevatori e della raccolta e gestione dei dati legati al miglioramento genetico.
Detto ciò, io non ho ben capito a cosa si arriverà nei fatti, e leggendo le principali novità del Decreto contenute nel comunicato del Ministero delle Politiche agricola, rimango nell’ignoranza.
Ecco le novità riportate.
- Riconoscimento degli “Enti selezionatori” quali soggetti deputati alla realizzazione e gestione di programmi genetici se in possesso di determinati requisiti.
- Riconoscimento del principio per il quale la gestione dei libri genealogici e dei registri anagrafici è un necessario strumento della conservazione della biodiversità animale e della valorizzazione delle razze autoctone.
- Riconoscimento del principio per il quale l’iscrizione ai libri genealogici e ai registri anagrafici costituisce elemento fondamentale per l’individuazione della razza e per la certificazione d’origine.
- Specializzazione delle attività e della separatezza delle funzioni tra la raccolta dati zootecnici nelle aziende e loro elaborazione ai fini della selezione da parte degli Enti selezionatori.
- Riordino del sistema di raccolta e gestione dei dati in allevamento, con particolare riguardo agli aspetti legati alla unicità e multifunzionalità del dato raccolto e alle modalità di accesso da parte di terzi, oltreché all’utilizzazione del dato ai fini della consulenza.
- Costituzione di una Banca Dati Unica Zootecnica a livello nazionale e la definizione da parte del Mipaaf delle modalità di accesso ai relativi dati.
- Costituzione di un Comitato nazionale zootecnico (CNZ), con compiti di regolazione, standardizzazione e di indirizzo dell’attività di raccolta dati negli allevamenti e di programmazione della politica di settore.
A naso, e disponibilissimo a cambiare opinione quando sarà tutto più chiaro, mi sembra di leggere un’apertura alla pluralità di soggetti in materia di raccolta e gestione dei dati. Ottima una Banca dati unica zootecnica se diventa uno strumento leggero ed efficiente.
Quanto al costituendo Comitato nazionale zootecnico meglio essere diffidenti fino a che non sarà chiaro cosa è, di cosa si occupa, chi ne farà parte.
Tavoli e comitati sono sempre accolti bene in Italia, perché dove c’è un tavolo ci sono sempre tante belle sedie da occupare.