Toccherà al sorgo recuperare ciò che la siccità sta riducendo?
Sicuramente è una coltura da tenere sempre più in considerazione, ora più che mai con la stagione siccitosa in corso e con la penalizzazione conseguente agli erbai autunno-vernini.
“Contengono zuccheri altamente disponibili e hanno una digeribilità della fibra che è quasi doppia rispetto a quella del mais. Andiamo a produrre energia, tanta energia, con gli zuccheri e con le fibre, anziché con l’amido come avviene con il mais”.
Lo dice un altro agronomo di quelli importanti, che lavora da decenni nella messa a punto di erbai e miscugli il cui obiettivo è far fare latte alle bovine sfruttando la loro caratteristica principale: essere ruminanti. Ossia animali capaci di trasformare la fibra – se digeribile – in energia e proteine di grande valore.
Dopo il cereale autunno -vernino avanti dunque a tutto sorgo, o quasi.
Un passo indietro. E il mais?
In Italia – sottolinea – abbiamo mais mediamente poco adatti all’alimentazione della vacca da latte. E questo perché, con la terra scarsa e costosa, l’imperativo è stata la quantità. Ma per fare quantità servono piante molto alte, e, di conseguenza, sono piante la cui fibra ha una struttura fibrosa ricca di lignina.
Quando vuoi fare 650-700 quintali/ettaro di insilato di mais, devi avere piante alte dai 3 metri in su.
Non si scappa: non puoi essere alto e molle, altrimenti non stai in piedi (a meno che l’obiettivo è il pastone, ma allora è un altro discorso).
Però, un conto è la massa, un altro conto è quello che da questa massa il rumine riesce a ricavare.
Certo, c’è l’amido, ma il paradigma energetico della razione per la vacca da latte, per quel che può essere gestito a livello di produzione in campagna, è sempre più rivolto all’energia da fibra e zuccheri e meno dall’amido.
Perché dove c’è tanta fibra altamente digeribile, e ci sono anche zuccheri, il lavoro del rumine torna ad essere eccellente, l’acidosi ruminale diventa un ricordo, la vacca sta meglio, la fertilità sale, la produzione cresce e crescono i titoli. Si spende meno in farmaci, si butta meno indigerito con le feci, si possono fare razioni più basse a proteine, si abbassa il costo razione.
Dunque, il sorgo?
Ci sono a disposizione sorghi zuccherini da foraggio con una digeribilità dell’NDF a 30 ore dell’85%, a cui si aggiunge l’elevato contenuto di zuccheri, spiega.
E poi ci sono le caratteristiche agronomiche.
Un sorgo ha un ciclo corto, di 90 giorni, ma potrebbe essere tagliato a 60 giorni e fatto ricacciare, cosa che il sorgo fa.
E poi se non ha acqua non si stressa, si ferma e poi riparte quando la situazione migliora.