Molte sono le cose che si possono vedere in una stalla israeliana, ma altrettanto significative sono quelle che non si vedono.
Ad esempio, ed è una cosa che colpisce, si vede ben poca gente tra i capannoni.
Decisamente nel complesso a volte si ha l’impressione di essere in stalle fantasma.
Il tutto, ovviamente, amplificato nelle stalle di grandi dimensioni, attorno ai mille capi in mungitura, costituite da una successione di capannoni simili, rigorosamente su compost barn e quindi con estensioni generose, che amplificano l’impressione di assenza di personale.
Effettivamente manca quel brulichio di attività e movimenti che non di rado caratterizza le nostre stalle.
Vediamo di ragionarci un po’ su.
Innanzitutto l’organizzazione del lavoro in generale qui prevede giornate dove si stacca dal lavoro abbastanza presto nel pomeriggio, senza troppe eccezioni. Quindi la forma mentis, almeno di chi gestisce le stalle, è quella di non essere presenti e in giro per la stalla H 24, ma avere tempi e spazi e momenti altrove, che sia famiglia o quel che volete.
Ma c’è altro. Prendiamo l’alimentazione. I più si servono di fornitori esterni per l’unifeed, che arrivano in azienda, scaricano e se ne vanno.
Tutto ciò ha un altro effetto non da poco: elimina le processioni di venditori le cui proposte ruotano attorno all’alimentazione delle bovine con prodotti e proposte vari ed eventuali.
La quantità di tempo che va dedicata a questo stillicidio di visite e proposte non è poca, e comporta l’interruzione di attività, il ritardo di altre, la necessità di recuperare il ritardo accumulato.
Anche per le fecondazioni il “Sistema Israele” è fatto per semplificare, uniformare e ridurre l’occupazione per l’allevatore, essendo le FA svolte da veterinari esterni per il 90% delle aziende.
C’è poi un altro motivo, probabilmente centrale: la diffusione a tappeto di sistemi di controllo elettronico della mandria, la quantità di dati e l’elaborazione dei medesimi da parte dei software gestionali, fanno sì che sia meno necessario passare tempo in stalla tra gli animali per dedicare più tempo e materia grigia all’analisi di quello che il computer segnala. I vantaggi in termini di efficacia delle ore di lavoro sono enormi, dato che si va a colpo (quasi) sicuro sul problema o sulla necessità, senza dovere andare a cercarsele, con maggiore necessità di tempo e minori risultati pratici.
Senza dimenticare che la connessione delle stalle tra loro, tra stalle e centri pubblici di controllo e indirizzo, tra stalle e stabilimenti di ritiro del latte (due in tutto il Paese) aggiunge un livello ulteriore di verifica e individuazione delle eventuali anomalie.
Se poi ci sono telecamere che scrutano i vari punti della stalla e proiettano le immagini su monitor nell’ufficio, non c’è motivo di andare in giro per vedere quello che può essere visto dalla scrivania.
A questo punto la manodopera (per lo più asiatica) si concentra soprattutto per le tre mungiture giornaliere (più raramente due, specialmente negli allevamenti di privati) e per la vitellaia, lasciando su tutto il resto un certo effetto “stalla fantasma”, senza personale, che non passa inosservato.