Due ore di lavoro per la gestione delle cuccette. Al mese.
Difficile a crederlo, anche se poi, dopo aver visitato in lungo e in largo la stalla, la cosa è assolutamente verosimile.
Questo perché qui c’è un ingegnoso sistema di calate che porta la paglia pellettata e tritata direttamente alle cuccette.
Vediamo meglio.
Tra le due file di cuccette testa-testa, nel corridoio centrale, corre una serie di calate, tipo quelle del mangime per l’alimentazione delle scrofe o dei polli, per intenderci.
Sono tagliate a circa 50 cm da terra e sono collegate, nella parte superiore, a una coclea che, a sua volta, è collegata a un cassone di alimentazione.
Come funziona il tutto?
Quando serve, in genere mensilmente, l’allevatore carica con la benna il cassone, riempiendolo di paglia pellettata tritata insieme a qualche sacco di carbonato di calcio (giornalmente il consumo di paglia pellettata è di circa 2 quintali).
A questo punto viene dato l’invio e dal cassone il materiale, tramite la coclea, viene portato alle calate e, da queste, depositato a terra, in tanti mucchi, nel testa-testa delle cuccette.
Quindi una rapida camminata in questo corridoio, senza disturbare minimamente le bovine, e un po’ di questa paglia è spinta verso la cuccetta.
Fine del lavoro.
Sono infatti le bovine in seguito che, quando coricate, poco alla volta, portano del materiale dalla testa della cuccetta verso l’interno, contribuendo a tenere su di essa una superficie asciutta e pulita, compatibilmente con una cuccetta, ovviamente.
Due ore di lavoro per la gestione delle cuccette, dunque. E che il sistema funzioni non lo dice solo l’allevatore, che riduce a un tempo irrisorio le ore annue dedicate alle cuccette (facendo il conto sono 24 ore all’anno) ma anche il conto delle cellule, un indicatore sempre onesto in proposito: media annua 96mila.