È abbastanza nota a tutti la triste vicenda del Grillo parlante nella storia di Pinocchio: una martellata e via, fine dei giochi, spiaccicato al muro.
Certo, non si può imputare a Collodi la colpa di non aver previsto un seguito per le spoglie del povero grillo. Egli ignorava – certo non per demerito o incuria, ma semplicemente perché lo studio di mercato è di questi giorni – che entro il 2024 ci sarebbe stato un grande balzo nell’utilizzo degli insetti come fonte di proteine per il settore mangimistico.
La ricerca di mercato è stata condotta dalla società Persistence Market Research ed è stata segnalata dalla rivista Mangimi&Alimenti.
La ricerca sottolinea che gli insetti sono un prodotto accessibile, sicuro e conveniente. Nel prossimo futuro, pertanto, il mercato degli insetti è destinato a crescere in modo significativo, anche alla luce dell’aumento della domanda e delle quotazioni delle farine di pesce, di carne e di soia.
Secondo gli esperti, l’utilizzo degli insetti potrebbe rappresentare una valida fonte proteica alternativa. Inoltre, il loro impiego potrebbe comportare una riduzione dell’uso e del costo delle farina di pesce e di soia, rendendo il prezzo dei mangimi più competitivo.
Nel documento si evidenzia, poi, che gli allevamenti di insetti commestibili comportano meno investimenti rispetto a quelli degli altri animali, sono caratterizzati da una crescita rapida ed elevata e da un basso impatto ambientale.
Non solo inquinano di meno, ma per produrre gli insetti è anche necessaria una quantità inferiore di acqua, rispetto a quella richiesta da altri ingredienti per mangimi.