Quelli che il mais da trinciato lo tagliano un po’ più in alto? Eccone qui uno. Un paio di stagioni fa ha deciso di provare a tagliare più in alto, trinciando il mais a 80 cm. Di fatto si lasciando in campo circa il 10% della produzione, ma, come sottolinea, è il 10% peggiore, legno o quasi, che fa volume e poco altro, candidata a fare il percorso dalla bocca alla fossa dei liquami senza avere dato granché in termini energetici.
Da allora, in questa azienda, è diventata la regola.
Trinciando alto – spiega – si porta in trincea un prodotto decisamente migliore, con meno terra, con fibra decisamente più digeribile.
Trinciando a 80 cm poi si può fare più silomais sulla terra a disposizione.
Per trinciare mais con tutta la pianta – dice – doveva infatti fare più pastone di mais per recuperare energia. Ma con il pastone di mais si deve lasciare in campo una buona parte di stocco ancora verde, che va persa.
Trinciando più alto può ridurre invece la quantità di pastone di mais, grazie al silomais a più alto tenore energetico. Insomma, (quasi) una terza via tra silomais e pastone.
Insomma, alla fine le due cose si bilanciano, col vantaggio di poter usare una quantità maggiore di foraggi in razione.
Decisamente il tagliare più in alto ha i suoi vantaggi, per la qualità e per la quantità.