Efficienza alimentare, da cercare e da trovare.
Avete presente i vecchi flipper, quelli tutte luci e rumori, quelli dei due pulsanti laterali e dei colpi dati ad arte per orientare il movimento della pallina?
Pallina che stava quieta quieta nella corsia di attesa, fino al punto che veniva lanciata nel gioco dal pistoncino a molla e, da lì, era tutto un rimbalzo, un andare su e giù sempre più accelerato.
Bene, cosa c’entra tutto questo? C’entra, perché se consideriamo il flipper nel suo insieme come l’ambito in cui si discutono e approfondiscono i temi tecnici nell’ambito zootecnico, l’efficienza alimentare è la pallina che fa il gioco in questo momento.
Era un tema sottotraccia da un po’, ma ora è definitivamente arrivato al centro del dibattito tecnico, anche se magari non ancora nelle chiacchierate in stalla.
L’efficienza alimentare, per uscire dal flipper e dalla metafora, è sicuramente la tematica regina di questa fase storica.
Perché l’efficienza alimentare è legata alle emissioni di metano, al carico di inquinanti delle deiezioni, al minor consumo di materie prime.
Ma anche alla necessità di fare meglio i conti tra quanto entra (come costo alimentare) e quanto esce (come valore di ciò che si vende) dalla vacca.
Insomma, a tutto ciò che è legato alla sostenibilità dell’allevamento (ambientale ed economica) passa (anche) dall’efficienza alimentare.
Sul tema dell’efficienza alimentare si sta muovendo anche – ovviamente, aggiungo – la selezione in ogni parte del mondo, anche se la cosa è facile a dirsi ma, concretamente, non così facile a farsi, quanto a fattori da considerare, ereditabilità, possibili correlazioni negative con altri caratteri desiderabili.
C’è però un punto sicuro, valutabile empiricamente: l’efficienza di un allevamento porta con sé, in genere, anche una buona efficienza alimentare.
Allevamenti efficienti sono anche quelli dove la quantità di alimento usato per produrre l’unità di latte è minore.
E lo stesso vale per altri punti osservati con sospetto dal consumatore, come le emissioni di gas climalteranti.
Cercare la massima efficienza è dunque la buona regola da seguire anche per essere più sostenibili.
Come certi paghi uno è prendi due.
In attesa di avere dalla selezione quei progressi nell’efficienza alimentare e nella diminuzione delle emissioni che la mole di lavori in corso, l’unità degli sforzi a livello mondiale e le potenzialità della genomica rendono verosimile attendersi, conviene giocare al meglio le carte che si hanno e si conoscono.