Come insegna la visione di una partita di calcio, il pallone corre sempre più veloce delle gambe. Dunque, se chi fa il lancio lo fa come si deve e, dall’altra parte, c’è qualcuno capace di farsi trovare pronto, il gioco può essere veloce ed efficace, anche con giocatori non proprio saettanti.
Il gioco moderno è questo: tutti i giocatori si muovono coralmente, gli spazi sono coperti, la palla corre da un punto all’altro restando pochissimo tempo tra i piedi del singolo.
Chi ci riesce, solitamente, ha la meglio rispetto a chi ha in organico qualcuno che si attarda, non si muove come gli altri, segue un suo spartito anziché quello comune. O, semplicemente, è un po’ pigro e rimanda a domani la fatica di imparare nuovi movimenti e nuovi schemi.
Un’azienda – quindi anche un’azienda da latte – cos’è se non la replica di una squadra di calcio? L’avversario è il mercato, e non è dei più agevoli.
Dove le cose funzionano meglio?
Semplice. Continuando la metafora, dove si fa correre la palla ed essa arriva nel punto voluto, anziché muoversi qua e là cercando ogni volta di rincorrere la palla che non si sa bene dove arriverà.
Servono schemi precisi e chiari e servono giocatori che sappiano cosa fare, quando farlo, come farlo. In una parola: protocolli.
Sono necessari infatti protocolli chiari e precisi che fissino in procedure standard tutte quelle attività che si devono svolgere durante la giornata. Deve essere chiaro chi se ne occupa e deve essere evidente a tutti gli altri chi ha fatto cosa e come l’ha fatto.
Il rischio, altrimenti, è quello di dovere spendere tempo ed energie preziose a rincorrere la routine, sottraendolo là dove serve maggiormente: la gestione di un imprevisto, l’analisi dei dati, la verifica dei fornitori, la valutazione economica di ipotesi gestionali alternative.
Se torniamo all’esempio calcistico, dove mancano protocolli chiari il gioco è quello di una squadra dove tutti corrono qua e là a caccia della palla, sprecando fiato e gambe che poi mancano quando ci si trova davanti alla porta. E si sbaglia la mira.
Al contrario protocolli chiari fanno sì che corra soprattutto il pallone. E ci siano fiato e gambe pronte al momento di fare gol.