Qualcuno forse ne dubitava? Cioè, pensava che non arrivasse qualcuno a collegare in maniera netta e indissolubile l’emergenza virus (in senso proprio, ossia l’emersione di nuovi ceppi e l’emergenza in senso sociale, economico, sanitario)… dicevo, l’emergenza virus con… indovinate? Esatto, proprio con gli allevamenti.
Aggiungiamoci i diboscamenti, che poi è come dire la stessa cosa perché il ritornello dice che si disbosca per piantare soia, la soia serve per gli allevamenti e quindi siamo al punto di partenza.
È proprio il riflesso condizionato di un certo modo di pensare, viene in automatico, di default: qualunque sia il problema, il colpevole è già pronto e servito.
Certo, adesso è un po’ più difficile sostenere la tesi che l’inquinamento dipende dagli allevamenti. Gira il web la cartina della Lombardia prima e durante l’emergenza coronavirus. E le nubi di gas che soffocavano il cielo di Lombardia, “così bello quando è bello” per dirla col Manzoni? Sparite, dissolte. Idem per il cielo cinese. Eppure gli allevamenti hanno continuato ad esserci, le vacche a ruminare ed eruttare
Inutile farsi illusioni: l’allevamento è politicamente scorretto, scorrettissimo. Difficile pretendere equità nei giudizi con questo andazzo.
Intendiamoci. Che negli allevamenti si possa fare di più per la questione sostenibilità è fuori discussione. Ma che la soluzione sempre e comunque sia quella di eliminarli sembra un po’ tirata per i capelli, più ideologica che ragionevole.
Il mondo agricolo e, all’interno di esso quello zootecnico, sostiene una filiera che produce valore, ricchezza, muove il Pil nazionale. Smantellare questa filiera produttiva in nome di principi astratti che vantaggi, concreti, porterebbe, anche ragionando solo in termini ambientali, a livello nazionale? Nessuno. Perché il posto degli animali allevati lo prenderebbero i selvatici, perché il degrado del territorio avanzerebbe inesorabile, filiere di eccellenza per l’export verrebbero azzoppate.
Quanto poi a virus e batteri, la storia ricorda pestilenze ed epidemie terrificanti che hanno flagellato il mondo nei suoi millenni di storia.
A meno che si voglia sostenere che l’allevamento intensivo abbia anche un effetto retroattivo (ci arriveranno) nei secoli passati, forse farlo diventare il colpevole anche stavolta è un esercizio un po’ ardito.