Guardare gestione e strutture con l’occhio delle bovina ha un senso? Direi di sì. Un capitolo importante della gestione aziendale di aziende con animali riguarda infatti la comprensione delle dinamiche etologiche e comportamentali degli animali.
Nessuno può negare che nel tempo, con il procedere della intensivizzazione e dei numeri, l’esigenza di razionalizzare le attività non sempre e non bene ha considerato le cose dalla prospettiva degli animali.
Letteralmente, vedendo le cose come le vede – per focalizzare sull’allevamento da latte – una bovina. Vale per le strutture, ma vale anche per l’approccio agli animali
In tempi come questi di benessere animale al centro dell’attenzione, ma anche come regola spicciola di miglioramento dei risultati, etologia e specificità comportamentali della specie vanno messe in primo piano.
E allora vi propongo queste considerazioni tratta da una rivista specializzata, da cui ho estrapolato alcuni passaggi.
Si diceva di vedere le cose come le vede una bovina. Gli uomini e la gran parte dei predatori hanno una pupilla rotonda, mentre i bovini e la gran parte delle specie prede hanno una pupilla orizzontale.
Questo cosa significa?
Una buona visione panoramica, come un grandangolo di una macchina fotografica, che riesce a coprire 330 gradi. I bovini possiedono però una visione spaziale, tridimensionale, solo direttamente davanti alla testa dove si incontra il campo visivo degli occhi.
Il campo visivo laterale è invece privo della percezione della profondità. Infine c’è una zona cieca di 30 gradi esattamente all’altezza della coda.
Una scarsa percezione della profondità determina che le bovine non riescano a mettere bene a fuoco gli oggetti e un punto di vista pratico, sia in bovini al pascolo che stabulati, ci sono varie implicazioni.
Ad esempio l’occhio delle bovina ha difficoltà a stimare le dimensioni di persone o oggetti, ma anche a stimare la loro velocità, siano essi in avvicinamento o in allontanamento.
Il bovino può avere paura delle ombre, sia nei pascoli che in stalla, perché, mancando il senso di profondità, le scambia per buchi o precipizi. Per lo stesso motivo percepiscono male dossi, conche o griglie.
Altri punti interessanti: possono avere paura di oggetti metallici e brillanti; si spaventano se il personale muove le braccia in modo un po’ più veloce del solito e si spaventano per oggetti nuovi, ragion per cui è sempre buona norma introdurre elementi di novità alla loro routine con gradualità.
Su questi temi ne abbiamo parlato anche qui (clicca).