Torniamo al record di salita del prezzo della polvere di latte intero all’ultima asta del Global Dairy Trade.
Un rialzo che non è cosa da poco, avendo toocato il livello più alto degli ultimi due anni e più.
Ebbene, il dato più significativo di questa vicenda è il ritorno sulla scena dei broker asiatici, in particolare quelli cinesi, e della loro aggressività.
Quella che era mancata, ad esempio due settimane prima, e infatti tra le due aste del GDT il balzo del prezzo della polvere di latte intero è stato del + 19,8%.
Un ritorno sulla scena della variabile cinese che ha sopreso gli stessi addetti ai lavori, come racconta uno di essi, in un articolo riportato su agromoney.com.
Che spiega anche come la maggiore partecipazione di compratori cinesi è dettata dalle preoccupazioni sulla produzione neozelandese dei prossimi mesi.
Per la Nuova Zelanda, per via di piogge eccessive nel Nord, è prevista una riduzione nella produzione di ottobre (il mese dove generalmente si tocca la massima produzione) rispetto allo scorso anno.
Stessa musica in Australia, con una produzione in calo a causa delle avverse condizioni meteo.
Tutto ciò si traduce in una minore quantità di latte avviato alle aste che regolano il commercio internazionale di latte (dove il latte è solo una piccola percentuale della quantità prodotta nel mondo), con lo scatenarsi immediato dell’effetto acquisto a (quasi) qualunque prezzo di quei Paesi che più di altri dipendono dall’estero per i loro fabbisogni.
Non solo.
Lo stesso broker citato da agrimoney.com ritiene che ci sia anche una riduzione delle scorte e quindi la necessità di rimettere a breve prodotto in magazzino.
Meno latte prodotto in Oceania, cinesi che tornano ad acquistare sgomitando alle aste, scorte da ricostituire: un ottimo scenario.