Colorate le aree segnate dai puntini neri e alla fine otterrete un’immagine. Giochino enigmistico fatto tante volte da chiunque, che rende anche l’idea di una certa situazione in molte stalle dove sempre più centrale è il ruolo degli strumenti elettronici, con una mole immensa di dati disponibili per chi l’azienda la conduce.
Ebbene, l’immagine è questa: i dati che abbiamo sono i puntini neri del disegno. Sparsi qua e là, in maniera abbastanza caotica, apparentemente. Vero, ci sono dati che entrano nella routine, quelli principali, quelli che tutti hanno sott’occhio.
Ma la vera questione, la capacità di colorare tutte le aree per definire il disegno finale, è un po’ più difficile.
Un po’ perché di puntini – ossia di dati – ce ne sono tanti e arrivano da sorgenti differenti che non sempre sono in grado di comunicare e, ancora di più, non arrivano in un collettore centrale che li elabora e li ordina. Ci sono ridondanze, sovrapposizioni, molto si vede e molto va perso di quanto potenzialmente utile.
Ma, dato che una stalla da latte è una grande produttrice di latte, appunto, ma anche di dati, proprio la capacità di usare al meglio questi dati, a partire dalla loro analisi, dal collegamento tra gruppi di essi e dal loro monitoraggio intelligente può passare un grande balzo nel progresso aziendale.
Lo hanno ben capito tante aziende che vendono prodotti per le stalle (ad esempio nutrimenti) che da tempo destinano risorse importanti proprio nell’assistenza alla clientela sul versante dell’analisi e della interpretazione dei dati che le tecnologie presenti generano.
Tutto ciò consente una assistenza tecnica di livello decisamente superiore, una capacità di avere un controllo in tempo reale non solo della mandria ma anche del singolo animale. Per non parlare della possibilità di confronto tra aziende simili, di creazione di benchmark di riferimento per questo o quell’aspetto.
L’abbinamento tra intelligenza artificiale e umana ha tanto da offrire. Già ora, all’inizio di questo percorso, si riescono a fare cose inimmaginabili anche solo dieci anni fa.
Un’azienda che produce dati e li lascia scorrere via senza trasformarli in decisioni operative – o senza scegliere per la sua assistenza chi è in grado di farlo al massimo livello – è come chi prende il giochino enigmistico e cerca di capire il disegno senza colorare le aree con i puntini.