I dati tecnici dicono tanto, non dicono tutto. Non dicono, ad esempio, se l’azienda corre su un binario che porta alla redditività come stazione di arrivo.
Ma come? Per anni, per decenni, si sono enfatizzate le performance, le prestazioni, le produzioni… Come la mettiamo?
È vero, ed è giustificata anche un po’ di perplessità, ma i dati parlano chiaro. E i dati sono quelli che ha mostrato un noto consulente a un recente webinar, quelli relativi a qualche centinaio di bilanci di stalla.
Ebbene, proprio ragionando su questi dati, analizzandoli e correlando prestazioni con utile netto, si è visto in maniera chiara che la performance dice molto, ma non dice tutto sulla sostenibilità economica di una stalla, che è la conseguenza della sua capacità di generare utile.
Parliamo di produzione di latte, ossia di quintali di latte venduto per vacca in lattazione. È evidente che ci sia una certa correlazione tra utile netto e produzione. Sotto una soglia minima (circa 90 quintali) è infatti estremamente difficile portare a casa un dato positivo in termini di redditività.
Detto questo, però, non è automatico che più si sale quanto a produzione media tanto più salga l’utile netto.
Perché la produzione può salire molto, arrivare anche alle soglie record dei 150 quintali e oltre, ma questo, di per sé, non è garanzia di redditività.
E, infatti, i bilanci dicono che ci sono aziende che producono tantissimo latte, ma hanno un utile più basso di altre che producono meno. Alcune nemmeno ce l’hanno, l’utile.
Come spiegato, la correlazione tra produzione e utile netto è attorno al 15%. Che è assai meno di quanto uno sarebbe portato a pensare.
Ma lo stesso vale per altri parametri, caposaldi tecnici da sempre presi come indicatori sicuri di redditività della stalla. Ad esempio il tasso di gravidanza (correlazione del 17%) o quello delle cellule somatiche (correlazione del 14%).
Attenzione tuttavia a non fraintendere: sono tutte voci essenziali per una azienda da latte in buona salute.
Tuttavia c’è dell’altro nel mix di fattori che produce la redditività finale di una stalla che questi parametri di performance non riescono a catturare. E, infatti, ha ricordato ancora il tecnico, presi tutti nel loro complesso questi dati tecnici sono correlati per il circa 35% all’utile netto finale.
Ripresi dalla sorpresa per avere dato agli indicatori tecnici un valore sproporzionato circa la loro influenza sulla redditività finale, è necessario andare oltre.
Andare cioè a ricercare dove si annidano i fattori nascosti che influenzano il reddito e che le performance, da sole, non riescono (più) a inquadrare.
Per riuscirci servono anche altri dati, dati economici e finanziari.
Questa è la nuova frontiera e questi sono anche i dati che più spesso latitano.