Sui colori del futuro prossimo le tonalità si sprecano, ma sono tutte tendenti al cupo. Eppure c’è del rosa e sempre di più. Almeno, se vogliano usare questo colore (stando ovviamente a suddivisioni obsolete e retrograde, come sottolineano i pensatori illuminati) per definire la componente femminile nelle aziende zootecniche.
Già, perché la tendenza è chiara: ci sono sempre più donne in posizione chiave nelle stalle e anche in ricambio generazionale vede sempre più spesso le figlie accanto ai figli, o magari ricambi solo al femminile.
Qualcosa di impensabile alcuni decenni fa, e anche meno, che riflette il profondo cambiamento in atto nell’agricoltura e nella zootecnia. Un cambiamento fatto di elettronica, di monitoraggio, di automazione, di tantissimi dati a disposizione. Dove il lavoro fisico, che rendeva quasi obbligatorio che la stalla fosse solo “cosa da uomini”, si è ridotto moltissimo. Ma sono emerse altre esigenze, indispensabili ora come la quantità di lavoro fisico lo era allora: ordine mentale, multitasking, elasticità, praticità, logica. Da qui, del resto, passa ogni possibilità di miglioramento di reddito.
E si vede, laddove ci sono donne al timone, che in questo nuovo scenario si trovano benissimo. Certo non meno bene, e con meno risultati, degli uomini.