La vecchia pubblicità di una caramella aveva come slogan: il buco con la menta intorno. Per rinfrescarsi la memoria o per un viaggio nel tempo, cliccate qui.
Cosa c’entra?
C’entra, perché lo stesso si potrebbe dire di un’azienda che ho visto da poco e che è stata letteralmente costruita e sviluppata attorno a un grandissimo paddock centrale.
Questo perché, fin dal’inizio, l’obiettivo è stato quello di dare un momento della vita delle bovine (l’asciutta) a massimo benessere e a massimo spazio a disposizione.
Da qui il paddock senza risparmio di spazio e anche la sua collocazione originale.
Il grande paddock è sempre stato associato alla possibilità per le bovine di fare tanto movimento nella fase di asciutta, per manze e vacche.
Cosa che avviene regolarmente, e non solo per le sue generosissime dimensioni.
Tra la zona riposo su lettiera e la mangiatoia c’è un percorso obbligato non indifferente, il che ha il suo peso nel far fare movimento agli animali.
Vediamo dunque da vicino questo super paddock.
L’idea di partenza è stata quella di coniugare il vantaggio di un’area ampia, con possibilità di movimento a piacere in spazi ampi, con la razionalità di una stalla.
Vista dall’alto la struttura è data da un grandissimo rettangolo in terra di circa 3000 mq.
Su due lati continui è libero, chiuso da staccionate in legno.
Sui due lati contigui opposti presenta, invece, nell’ordine, l’area di alimentazione e quella di riposo. Entrambe sono coperte da pensiline.
Una annotazione importante: le aree di riposo e quelle di alimentazione sono organizzate allo stesso modo, ma completamente separate, con propri percorsi, per manze gravide e per le vacche. Nella zona di riposo delle vacche sono stati installati recentemente anche un paio di destratificatori.
La zona di alimentazione (sul lato più corto del paddock) è larga cinque metri e vi si accede dall’area in terra attraverso una serie di cancelli che possono essere aperti o chiusi.
La corsia di alimentazione è su cemento, con ruspetta per la rimozione delle deiezioni.
Come gli addetti alle chiuse dei canali, che regolano l’entrata o l’uscita dell’acqua in questo o quel bacino in base alle necessità, così in questa stalla, mediante l’apertura o la chiusura dei cancelli tra l’area di alimentazione e quella in terra viene regolato l’accesso delle bovine. La differenza la fanno le condizioni meteorologiche.
Nella brutta stagione, o in periodi di piogge frequenti, alle bovine è inibito l’accesso alla parte in terra e lo spostamento avviene solo tra la zona di alimentazione e quella di riposo su lettiera. Altrimenti, azionando altri cancelli, viene chiuso il passaggio tra zona alimentazione e zona a lettiera, e per le bovine si apre lo sterminato, si fa per dire, spazio del paddock.
L’area è completata da una serie di abbeveratoi riscaldabili, posti sulla linea di demarcazione tra la parte in lettiera e quella in terra.
Non è finita.
Tutto attorno ai due lati liberi dell’area in terra corre una canaletta che raccoglie gli eventuali scoli del paddock e li convoglia alle fosse.
Altro punto importante di questa struttura è la pendenza della superficie, studiata e mantenuta per evitare ristagni. Ma, soprattutto, conta la gestione attenta, perché non si trasformi in un disastro.
Bisogna essere attentissimi a regolare la presenza delle bovine. Quando piove non entrano, altrimenti si formerebbero delle fosse, le vacche vi sprofonderebbero, verrebbe stravolta la superficie e la sua pendenza.
È importante poi entrare periodicamente per rimettere in pareggio la superficie, lasciando per le bovine sempre un ambiente pulito e ‘morbido’, dove muoversi con piacere. Tutte queste attenzioni sono ripagate al parto: partoriscono qui, il più delle volte senza problemi e senza che sia necessario intervenire.
Ed è inutile soffermarsi su quanto questi due mesi facciano bene alle bovine, che si mostrano più toniche, vivaci, in forma.
A questo punto, se siete arrivati fin qui, tanto vale guardare con i vostri occhi.
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