Allora, le cose stanno così: un decreto interministeriale obbliga a indicare la provenienza del latte su tutti i prodotti che giungono sullo scaffale di vendita di ogni esercizio commerciale d’Italia, isole comprese. Proclami, interviste, dichiarazioni, gara tra protagonisti e comprimari della scena politica e sindacale per accaparrarsi una fetta di merito. Questo Blog dedica all’evento un modesto rap.
Prosit!
Il rap dell’etichetta
Latte fresco, formaggini,
yogurt vari e latticini,
mozzarelle bianche e belle
burro, cacio e formaggelle…
Lo si è detto e proclamato
Ministero e sindacato
Tutti a dire “Si farà!”
“Il decreto eccolo qua!”
Tutto scritto, regolato
Ciò che latte ha di inglobato
Dovrà avere ben stampata
L’etichetta sospirata
Così impone il gran decreto
Che con piglio assai concreto
Abbandona la prudenza
Ed impon la provenienza
Da indicare in confezione
Senza celia né finzione
Per il latte inscatolato
Dolce, acido o cagliato.
È la svolta tanto attesa
Per l’Italia vilipesa
Basta scritte contraffatte
Sulla scatola del latte!
Solo un punto non mi è chiaro
Chi lo sa? Sarò un somaro
Ma il decreto non è tutto
E a Bruxelles c’è un tritatutto
Che si chiama Commissione
E soltanto un credulone
Può accettare quest’evento
Che alle lobbi fa spavento.
Non vorrei guastar la festa
Con l’ipotesi funesta
Ma… se a Bruxelles diranno no
Lo si becca nel popò!