“Le più recenti raccomandazioni dei dietologi suggeriscono di limitare l’assunzione di sodio, ma i nostri dati indicano che se l’assunzione è legata a derivati del latte, ad esempio formaggi, può avere un effetto protettivo”.
A dire questo è Lacy Alexander, professore associato di kinesiologia e co-leader tra i ricercatori della Penn State University impegnato in questo progetto di ricerca che ha valutato gli effetti sul sistema cardiovascolare umano del sodio, assunto con diversi alimenti.
Si sono misurati gli effetti su persone alimentate per sessioni successive con formaggio, con pretzels (un particolare tipo di pane salato) e con simil-formaggi ottenuti con soia, per avere una fonte alimentare con contenuti di grassi, sodio e proteine comparabili ai formaggi, ma non derivanti dal latte.
La ricerca mostra che, quando il sodio è assunto consumando formaggio, non ha un effetto vascolare negativo, che invece viene osservato quando il sodio arriva da alimenti non derivanti dal latte.
I ricercatori interpretano questo fatto con l’azione protettiva a livello vascolare esercitata dalla proteine e dagli altri nutrienti presenti nel formaggio, che andrebbero a coprire gli effetti negativi a breve termine del sodio.
Non è chiaro tuttavia se questa azione protettiva si protragga nel tempo. Allo scopo è in corso una nuova ricerca che si protrarrà per un tempo più lungo.
Quello che è stato verificato nelle misurazioni, avvenute con sistema laser-Doppler, è che dopo aver assunto molto sodio mangiando formaggio i soggetti testati avevano funzioni vascolari migliori (in termini di flusso sanguigno e dilatazione delle pareti vascolari) rispetto a quando avevano assunto molto sodio da fonti non dairy: pretzels o formaggio di soia.
Buono a sapersi. Anche perché c’è chi alza di continuo la pressione (mediatica) illustrando le nefaste proprietà di latte e formaggi. Invece – riguardo alla pressione – potrebbe valere letteralmente il contrario.