Chiunque abbia avuto la fortuna di abbinare alla pratica solidi studi teorici avrà sicuramente incontrato nella sua formazione, tra i punti di riferimento del sapere, l’eccellente Paperoga.
Paperoga, nella grande famiglia dei paperi non è il più noto e nemmeno il più presente nelle varie avventure, ma è portatore di un insegnamento di grande importanza nella gestione aziendale.
Paperoga ha una caratteristica peculiare: è un discreto pasticcione. Non lo fa per scelta, per diletto, per snobismo. No, no: è proprio così, ossia mescola in maniera poco acuta segmenti di comportamento che andrebbero invece ordinati secondo una logica differente.
Inizia un lavoro, lo sospende, torna indietro, prova un nuovo prodotto, poi ci ripensa, riprende il lavoro interrotto, ne inizia un altro, poi un altro ancora, magari ne fa due contemporaneamente, se non tre.
Il risultato non è mai un granché, come è facile prevedere e come chi si è formato adeguatamente sulle avventure dei Paperi – come modestamente posso vantare di essere – può certificare.
Perché la questione, che in maniera così esemplare evidenzia il nostro Paperoga, è che serve metodo, servono passi successivi e sequenziali, serve uno schema, servono percorsi lineari per ottimizzare il proprio tempo quando si svolge un lavoro.
Soprattutto la fase operativa deve avere alle spalle una fase analitica, dove le varie ipotesi alternative (nel piccolo come nel grande) sono state valutate, soppesate, scartate o promosse basandosi su dati tecnici ed economici.
In tutto questo sono di grande aiuto protocolli aziendali definiti (e, ovviamente, aggiornati alle condizioni che cambiano) nei quali le sequenze operative, il “chi fa cosa”, il “quando fa cosa”, il “come fa cosa” sono messe nero su bianco e ben visibili a tutti (meglio se in più lingue) così che ognuno all’interno dell’azienda svolga un lavoro nello stesso identico modo in cui lo svolgerebbe qualcun altro.
Senza giri a vuoto, lavori iniziati, sospesi e poi ripresi, cose fatte in doppio o non eseguite affatto. Tutta roba sui cui Paperoga è maestro inarrivabile.
Ma qui non siamo a Paperopoli. O si fa reddito (anche grazie a percorsi gestionali ottimali) o si chiude.