“Una cosa è cambiata” – mi diceva un agricoltore con tante campagne di mais alle spalle – “rispetto al passato: adesso quando irrighi la notte hai paura. Paura di essere rapinato se sei lì o, se lasci il trattore e torni poi a riprendertelo, paura di non trovare che le impronte nella terra. E il trattore? Puff, sparito”.
Eh, già, anche questo sta dietro le eccellenze del made in Italy, le Dop che fiere e vittoriose conquistano i mercati esteri, avanguardie del made in Italy che non conosce confini.
Purtroppo le ubertose terre italiane stanno diventando una landa dove i predatori, siano essi lupi, ladri o rapinatori, sono sempre meno timorosi e sempre più presenti.
Tacitamente protetti, generalmente impuniti.
Chi conosce un poco l’etologia e la conquista degli spazi in un ecosistema sa che, quando una nuova specie si affaccia o in questo ecosistema viene immessa con insipienza, dolo, stupidità o leggerezza (vedi pesce siluro, per stare nel regno animale) il predatore, in mancanza di barriere naturali e nemici in grado di ostacolarlo, continuerà a crescere fino a che la sua presenza in quell’ecosistema sarà bloccata dall’unico limite rimasto: troppi predatori per le poche prede rimaste.
Fino ad allora via libera, crescete e moltiplicatevi e predate tutto quello che c’è da predare.
Ora, la massima solidarietà alla forze dell’ordine, ci mancherebbe. Il problema è che sono pochi, il territorio da presidiare grande, i predatori in aumento e, cosa assai grave, sempre meno impauriti delle conseguenze, forse perché queste conseguenze è difficile notarle: semplicemente non ci sono.
Il problema è serio. Si fanno tante chiacchiere sulla sicurezza alimentare, sulla sicurezza delle produzioni agricole, sulla sicurezza da residui di pestidici e compagnia.
Ma tutte queste sicurezze, per essere garantite, avrebbero bisogno che chi lavora possa farlo in sicurezza, o no? O che possa ritrovare il trattore dove l’ha lasciato il giorno prima, o no? Che non debba ogni mattina fare il conto di quanto hanno fregato nella notte, o no?
E invece la sicurezza in Italia, e non solo nelle campagne, è ormai come il Lardo di Colonnata: una cosa di nicchia, per pochi fortunati.