L’intrasemina dell’erba medica sul mais, anticipando così il suo impianto, potrebbe garantire svariati vantaggi, alle dovute condizioni.
Può fare da cover crop, ridurre il dilavamento di nutrienti e aumentare complessivamente la quantità di medica prodotta nel tempo di durata del medicaio.
I risultati di prove e studi sull’intrasemina della medica sul mais sarebbero promettenti, secondo ricerche in corso all’U.S. Dairy Forage Research, nel Wisconsin. “L’erba medica intraseminata nel mais agisce come una buona cover crop e aiuta a trattenere nel suolo una quota di nitrati rimasta dopo la raccolta del mais”, afferma John Grabber, agronomo dell’USDA. Grabber e i suoi colleghi hanno lavorato con l’interseeding di erba medica nel mais per diversi anni. I risultati suggeriscono che i raccolti di erba medica ottenuti con l’intrasemina migliorano e anche la percentuale di dilavamento del suolo e dei nutrienti sono sostanzialmente ridotti (dilavamento del suolo ridotto di oltre l’80%, perdite di azoto ridotte di oltre il 70% e perdite di fosforo ridotte dal 60 all’80%).
Ma l’intrasemina di erba medica nel mais può anche rivelarsi un fiasco, se non vengono prese alcune misure, spiega ancora il tecnico americano. Innanzitutto l’erba medica deve essere seminata immediatamente dopo la semina del mais e non oltre lo stadio di sviluppo V1 o V2 del mais. Seminare l’erba medica successivamente aumenterà notevolmente il rischio di insuccesso della medica medesima, a causa dell’ombreggiamento creato dal mais. La raccolta dell’insilato di mais deve essere effettuata circa 1-2 settimane prima del normale, il che significa utilizzare un ibrido precoce o medio-precoce.
Altro punto importante, segnala il tecnico americano: lo sviluppo radicale della medica intraseminata su mais deve essere protetto da funghi e insetti, affinché possa svilupparsi rapidamente.
Alcune varietà di erba medica sembrano adattarsi meglio all’interseeding rispetto ad altre. Sono quelle che sviluppano in anticipo i forti apparati radicali.
Per evitare che la produzione di mais risenta negativamente della sottrazione di azoto operata dalla medica nella fase iniziale di sviluppo, Grabber raccomanda di applicare quantitativi di azoto all’estremità più alta della forchetta tra minimo e massimo consigliata per insilato di mais.
Dalle valutazioni sui raccolti, si evidenzia un aumento complessivo della quantità di erba medica raccolta, una leggera contrazione della produzione di mais e alcuni costi extra per i trattamenti atti a per favorire la crescita dell’erba medica intraseminata, osserva.
Conti alla mano, le sue prove mostrano che, se si ottiene un tasso di successo dell’80% nell’intrasemina dell’erba medica e anche ipotizzando una riduzione del 5% nella raccolta del mais, il rendimento netto (media calcolata sul tempo complessivo della rotazione mais-medica) dell’opzione intrasemina medica-mais è superiore di 14 dollari rispetto all’opzione tradizionale.
A questo si aggiunge poi l’effetto migliorativo sulla tenuta del suolo e sulla protezione del dilavamento dei fertilizzanti residui.
Ma l’interseeding non è tutto rose e fiori, riconosce Grabber. Se si ha una primavera estremamente secca, l’erba medica germina in modo non uniforme o compete eccessivamente con il mais per l’umidità del suolo. In tali condizioni l’intrasemina non dovrebbe essere fatta, dice.
Altro problema potrebbe porsi in autunno, con terreni molto umidi alla raccolta del silomais, cosa che porterebbe a danneggiare molto il medicaio. “Pertanto, l’interseeding è più adatto per terreni con un buon drenaggio e avrà più successo se i produttori utilizzano pratiche di raccolta del mais che limitano la compattazione e lo sfaldamento del suolo”, conclude Grabber.
Che ve ne pare?
Leggi l’articolo di Jim Dickrell sul AgWeb qui.
La presentazione di John Grabber può essere vista cliccando qui.