Se consideriamola sola Emilia-Romagna ammontano a circa 500.000 tonnellate gli scarti agricoli e agroindustriali vegetali prodotti ogni anno. Si tratta dei residui della trasformazione del pomodoro da industria e della bietola da zucchero, degli scarti della produzione dei cereali e dei foraggi.
Le loro caratteristiche compositive li rendono particolarmente interessanti per varie soluzioni di recupero: alimentazione animale, biomassa per produrre energia da digestione anaerobica e come fertilizzanti organici.
Il problema, però, per un loro uso giornaliero e costante, è condizionato dalla loro disponibilità stagionale e dalla loro deperibilità.
Tuttavia un loro corretto e continuativo re-inserimento nella filiera agroalimentare è un passaggio chiave per una produzione sostenibile.
A questo proposito segnalo un progetto di ricerca per realizzare una filiera agroalimentare corta, integrata e sostenibile, per il riutilizzo dei sottoprodotti e degli scarti di lavorazione all’interno dell’azienda agricola, per l’alimentazione dei bovini e per la produzione di biogas.
Il progetto vede coinvolto come capofila il Centro Ricerche Produzioni Animali di Reggio Emilia, l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, l’Associazione Regionale Allevatori dell’Emilia-Romagna e un’azienda da latte del piacentino.
Nome del progetto è Bioeconomia a km 0 ed è stato attivato nel dicembre scorso.
In una serie di obiettivi specifici sono evidenziati i nodi da risolvere per la valorizzazione dei sottoprodotti vegetali nell’alimentazione animale e, in seconda battuta, per produrre energia.
E cioè:
– messa a punto di tecniche di conservazione ed uso dei sottoprodotti;
– determinazione dei sottoprodotti potenzialmente utilizzabili e del loro valore (nutritivo, energetico, biologico, sanitario ed economico);
– organizzazione logistica di approvvigionamento a livello di azienda agricola, cioè senza l’intermediazione dell’industria mangimistica e/o di uno stoccatore;
– valutazione degli impatti e del risparmio di CO2 dei processi proposti.
Cosa ci si aspetta da questo progetto?
Protocolli di gestione dell’approvvigionamento, dell’insilamento e dell’impiego delle biomasse a disposizione in azienda e un’analisi completa costi/benefici del processo complessivo per la valutazione del risparmio di CO2 dei processi proposti.