Se per due anni consecutivi – gli ultimi due, non certo dei migliori per prezzi del latte e ciò che ne deriva – crescono le iscrizioni di capi al Libro Genealogico Nazionale il segnale è chiaro e premia il lavoro svolto dall’Associazione di razza.
Per la Frisona italiana – come comunica l’Anafi – i numeri dei capi iscritti al Libro Genealogico Nazionale nel 2016 sono cresciuti 10.500 unità rispetto al 2015, anno che aveva fatto già registrare un aumento di vacche iscritte rispetto al 2014.
Non solo più vacche iscritte: c’è l’incremento produttivo, arrivato nel 2016 a 9.815 kg di media nazionale contro i 9.582 kg del 2015, ma anche il dato sulla percentuale di grasso e proteina, passate rispettivamente da 3,66 a 3,75% e da 3,27 a 3,32%.
Novità anche per la messa a punto dei piani di accoppiamento.
È stato reso disponibile agli allevatori il nuovo Piano di accoppiamento online Anafi denominato WAM (acronimo che sta per Web Anafi Mate), uno strumento che permette all’allevatore di elaborarsi direttamente un piano di accoppiamento aziendale su web con diverse personalizzazioni.
Quanto poi ai lavori in corso, le linee di ricerca sono ben definite – spiegano all’Anafi – e vanno nella direzione di rendere la Frisona sempre più al passo con le nuove esigenze dell’allevamento: resistenza alle malattie, maggiore efficienza alimentare, riduzione della emissioni di gas in atmosfera, più resistenza allo stress termico, per citare le più importanti.
Parlando di Frisona tutto ciò che coinvolge questa razza ha un impatto diretto e immediato sulla zootecnia nazionale, da latte ma non solo. Se si migliora la razza si migliora anche il resto.