Che l’operazione di post dipping sia fondamentale, all’interno della routine di mungitura, nessuno lo discute.
Potrebbe però non essere sempre fatta come si deve, specialmente quando le vacche sono tante, si lavora di fretta, le nuove da mungere premono per l’ingresso in sala.
Questo perché, a prescindere dalla bontà del prodotto utilizzato, che non si discute, ogni operazione routinaria e ripetuta per tante volte (moltiplichiamo i capezzoli per le vacche munte) rischia sempre di iniziare bene e finire un po’ meno bene per stanchezza, fretta, perdita di concentrazione.
C’è poi dell’altro. Il tempo che passa tra lo stacco della guaina e l’azione del mungitore per il post dipping è un tempo molto amato dai patogeni, che hanno un’occasione d’oro per prendere la via del capezzolo, grazie allo sfintere ancora aperto subito dopo la mungitura.
L’ambiente della sala di mungitura non è certo sterile, c’è umidità e sporcizia inevitabilmente e il volume d’aria che avvolge la mammella non può dirsi a rischio microbico zero. Più tempo passa tra l’uscita del capezzolo dalla guaina e il post dipping e più il rischio per la mammella aumenta.
E qui veniamo alla robotizzazione del post dipping.
C’è la possibilità, per ogni tipo di sala di mungitura dotata di stacco automatico, di robotizzare questa operazione, inserendo una dotazione specifica costituita da guaina e iniettore appositi, che attuano il post dipping, in automatico, a fine mungitura prima che il capezzolo fuoriesca dalla guaina.
Così facendo si elimina totalmente quella frazione di tempo critica di cui si parlava e il capezzolo è già disinfettato e protetto allorché esce dalla guaina.
Inoltre, essendo l’operazione totalmente automatizzata, il post dipping sarà sempre fatto ottimamente dalla prima all’ultima vacca munta, peraltro anche con un risparmio di tempo per il mungitore.
Altro dettaglio interessante è che, una volta fatto il post dipping, lo stesso iniettore usato si orienta nella posizione back-flush per la pulizia e la disinfezione della guaina.
Anche qui un dettaglio non indifferente: alternando l’azione di acqua e aria compressa permette un drastico abbattimento della quantità di acqua per capo e, grazie alla minore quantità d’acqua ci sarà una maggiore concentrazione del disinfettante, con un migliore risultato sulla sanificazione della guaina, fattore imprescindibile per evitare contaminazioni mammarie tra un capo munto e il successivo.
Insomma, parlare di robot e mungitura evoca grandi macchine. Vero, ma c’è anche una robotizzazione più minuta, applicabile ad attrezzature esistenti, che può dare grandi benefici.