La sicurezza sul lavoro non è mai troppa.
Soprattutto per chi ha a che fare in azienda con il toro. Già si è detto, ma è un punto sul quale è meglio dire e ridire perché i pericoli ci sono e vanno presi sul serio.
Per questo ringrazio l’amico Mattia Olivari, un bravo tecnico di allevamento che dedica tempo e attenzione a tutti gli aspetti legati alla gestione degli animali in stalla, che mi ha fornito qualche consiglio rapido da condividere.
Avremo modo di riprendere qualche concetto di sicurezza legato alla mandria nel suo complesso ma, restando al toro, ecco un decalogo da memorizzare per bene.
1 – Ricordarsi che il rischio incidenti ha sempre due origini: inadeguatezza delle strutture e imprevedibilità dell’animale. Le prime vanno valutate e adeguate, la seconda va sempre considerata e messa in conto.
2 – Scegliere soggetti con temperamento calmo. Mediamente però solo il 25% dei maschi interi dimostra un comportamento calmo. Quelli da latte sono più aggressivi di quelli da carne.
3 – Evitare troppa famigliarità con i torelli futuri riproduttori. Una volta adulti non sono più impauriti dall’uomo e possono risultare più pericolosi.
4 – Non stare mai in angoli e punti ciechi del recinto privi di vie di fuga.
5 – A tutti i maschi da destinare alla riproduzione applicare preventivamente l’anello nasale
6 – Tenere il toro in un box riservato, dal quale esso abbia una buona visuale delle vacche. Un toro che è libero nel recinto con le vacche diventa particolarmente aggressivo in presenza di animali in calore.
7 – Il box del toro è bene sia costituito da strutture tubolari di grande resistenza e poste in verticale, per dare all’operatore eventuali vie di fuga lungo tutto il perimetro del box.
8 – Affidare la gestione del toro possibilmente sempre alla stessa persona, che deve avere un comportamento calmo ma deciso.
9 – La movimentazione del toro deve essere eseguita sempre da due persone.
10 – Non distrarsi mai! Rimanere sempre concentrati su quello che si sta facendo.
Ovviamente ci possono essere altri consigli e spunti tratti dall’esperienza, ma questa direi che è una buona base.
Come si diceva in un altro pezzo il toro in stalla non è un gingillo da trattare con leggerezza: è un cliente complicato, utile in certi casi, ma solo se si conosce, oltre a quello che può dare, anche quello che può togliere in un momento di distrazione