La novità riguarda un progetto di ricerca tutto piemontese, sviluppato su trecento aziende da latte che ha validato sul campo metodi rapidi, economici e non invasivi per la diagnosi dell’IBR, una malattia virale che colpisce il bovino comportando rilevanti perdite per l’allevamento per la comparsa di aborti, diminuzione della fertilità e calo delle produzioni.
In cosa consiste il progetto?
In estrema sintesi, la diagnosi dell’IBR potrà essere fatto non più con analisi del sangue individuale, ma semplicemente utilizzando una piccola parte del latte prelevato di routine per i controlli funzionali.
Ne dà notizia l’Ara Piemonte.
Un risparmio di tempo, di denaro e di stress per la bovina.
Finanziato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Cuneo, il protocollo di ricerca ha coinvolto l’Associazione regionale allevatori, l’Asl Cn1, l’Istituto Zooprofilattico e il Dipartimento di scienze veterinarie dell’Università di Torino.
Il metodo è diventato ufficiale e le autorità sanitarie regionali lo hanno adottato, per prime in Italia, su tutto il territorio piemontese.