A lezione del vino per un latte che non vuol morire di commodity? direi di sì.
Molti e molto spesso parlano del settore vinicolo nazionale come un esempio che il mondo del latte dovrebbe seguire per fare un salto di qualità in termini di valorizzazione del prodotto, riconoscibilità, creazione di valore, aggiunta di narrazioni…
E questo è il tema che abbiamo trattato ieri, in una Serata Steaming Up che ha cercato di andare oltre le problematiche quotidiane per guardare in prospettiva.
Una prospettiva che il latte commodity inevitabilmente riduce e annebbia.
Grazie al contributo di Fabio Piccoli – veterinario, giornalista esperto di filiere agroalimentari, fondatore e direttore del giornale online Wine Meridian – molti spunti sono emersi.
Sicuramente quella che è ora la situazione del latte è quella che era per il vino qualche decennio fa: quantità, poca differenziazione, strapotere di pochi all’interno della filiera nella definizione dei prezzi di mercato.
Il punto più basso è sicuramente stata la vicenda del metanolo e lo scandalo conseguente che ha investito la filiera del vino.
Che da qui in poi ha però cominciato un cammino virtuoso che l’ha portata ai fasti di oggi.
Differenziando la produzione, ritrovando ed enfatizzando le diversità, le origini, i territori; raccontandosi con efficacia; aggiungendo modalità (anche nel packaging) con cui proporsi alle tante tipologie di consumatori.
E, ancora, puntando alla qualità e riducendo i volumi di produzione, aggregandosi tra produttori, accorciando le filiere e riducendo le intermediazioni, andando alla conquista di spazi nuovi e più ampi in cui i mille vini d’Italia possono trovare spazio e accoglienza, comunicando tanto, bene e con efficacia.
Questo percorso ha richiesto decenni e non è ancora finito, ma ha sicuramente portato grandi risultati.
Per il mondo del latte questa strada può essere un buon punto di riferimento?
Ascoltate la registrazione e capirete che lo è. Perché ci sono voluti decenni per ritrovarsi nella gabbia di una produzione commodity indifferenziata, dove contano solo i volumi e la sfida è quasi unicamente sul costo di produzione. Questo non per fatalità, ma anche per tante scelte a tutti i livelli, che hanno indirizzato il mondo del latte in questa direzione, possibile per alcuni, suicida se applicata a tutti.
Uscirne sarà una impresa dura, che richiederà tempi lunghi e che non potrà non seguire i passi che il mondo del vino ha intrapreso a suo tempo. Sapendo che difficilmente un’azienda ce la farà da sola: i problemi sono troppo complessi per pensare di superarli senza aggregazioni nuove ed efficaci tra produttori.
Chi si fosse perso la puntata può andare a guardarsela cliccando qui.

