La realtà israeliana è inserita in un contesto talmente peculiare da essere agli antipodi, rispetto a modelli, come quello italiano, dove creatività e individualismo sono la regola.
L’organizzazione generale del sistema zootecnico da latte qui è invece talmente definita, a livello verticale, con una standardizzazione delle procedure, delle operazioni e delle persone che si occupano delle varie mansioni da far pensare, più che a tante stalla, a un’unica grande stalla nazionale.
L’allevatore, sia esso privato o che lavori in una struttura collettiva, non si occupa di fecondazioni perché sono fatte da tecnici esterni; il più delle volte non si produce l’unifeed perché gli viene portato quotidianamente dal centro di produzione, sulla scorta di una razione preparata da un nutrizionista ministeriale che tende a somigliare per tutte le stalle.
E poi ci sono i dati. I dati tecnici di ogni stalla sono condivisi con tutte le altre stalle del Paese, con gli stabilimenti che ritirano il latte, con la struttura tecnica ministeriale: tutti possono vedere tutto, di tutti.
La centralizzazione del dato diventa ancora più importante perché nelle stalla la dotazione elettronica, ad esempio pedometri e sistemi legati alla raccolta dei dati sul latte durante la mungitura, sono praticamente la norma, generano dati, questi dati sono processati a livello di azienda per avere informazioni da utilizzare per capire come orientare la gestione, ma anche a livello centrale per sapere come le cose procedono e dove si deve lavorare per migliorare.
L’organizzazione centralizzata del mondo dairy israeliano fa poi il resto, e permette che il miglioramento individuato sia applicato ovunque e produca quindi miglioramenti rapidi e diffusi tendenzialmente ovunque.
Questi dati qui non solo hanno un peso in azienda nell’orientare pragmaticamente le decisioni, ma lo hanno anche a livello centrale per fare crescere tutto il sistema, grazie alla forte centralismo che lo caratterizza.
Il punto di forza, di reale forza, di questo modello di zootecnia, è certamente la capacità di produrre latte ma, soprattutto, di farlo usando come materia prima principale i dati.