Nei giorni scorsi, la Fiera di Verona, tra gli eventi in preparazione della prossima Fiera che vedrà la zootecnia protagonista, ha ospitato un incontro tra importanti gruppi internazionali, organizzato da Clal.it, portale di riferimento mondiale per il settore lattiero caseario, i cui dati evidenziano per il periodo gennaio-agosto 2017 un incremento delle consegne di latte nell’Unione europea dello 0,08% su base tendenziale.
Così, se Germania e Francia hanno rallentato le produzioni, con una flessione rispettivamente del 2,3% e del 2,4% in confronto allo stesso periodo del 2016, segnano invece una tendenza positiva nelle consegne Italia (+2,9%), Irlanda (+8,1%), Polonia (+4,5%), Repubblica Ceca (+5%), Romania (+6,2%), Spagna (+0,8%), Bulgaria (+11,8%), Austria (+0,6%), Belgio (+1,4%), Lussemburgo (+0,4%) e Cipro (+9,8 per cento).
Il livello complessivo della produzione nella Ue-28 nei primi otto mesi del 2017 ha raggiunto quota 105.652.000 tonnellate, 83.000 tonnellate in più su base tendenziale.
Lo scenario, secondo gli analisti del team di Clal.it, non dovrebbe influire negativamente sui prezzi, che si mantengono elevati in tutta Europa (Friesland Campina, realtà cooperativa olandese fra le più importanti al mondo, con oltre 18mila allevatori associati, ha garantito un prezzo per il latte crudo a ottobre 2017 di 41,75 euro per 100 chilogrammi, con un aumento di 1,25 euro rispetto al prezzo garantito per settembre; prezzo che sale a 49,50 euro/100 kg in caso di produzione biologica).
La proiezione del bilancio (domanda e offerta) in equivalente latte al 31 dicembre dovrebbe segnare per tutto il 2017 un saldo negativo. Tuttavia, Clal.it rileva un riequilibrio nelle produzioni di materia grassa (aspetto che potrebbe influire sui listini del burro) e una tendenza ad aumentare le produzioni lattiere dallo scorso mese di giugno.
Qualora le esportazioni dovessero segnare una battuta d’arresto e le produzioni di latte dovessero aumentare notevolmente, non si può escludere una frenata dei prezzi.
Per ora, il bilancio è soddisfacente.
Nei primi otto mesi del 2017 sono infatti cresciute le esportazioni europee di formaggi (+6,8%), di SMP (+43,3%), di WMP (+1,9%), di latte per l’infanzia (+13,4%), di yogurt (+11%).
Sono diminuite, nei primi otto mesi di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2016 le esportazioni di latte e panna (-8,1%) e di burro (-18,8%).
Dunque?
C’è un riallineamento in corso verso un equilibrio tra produzione e domanda. Si sono rimesse in modo zootecnie da latte importanti, come l’Irlanda e c’è l’incognita esportazioni.
Una situazione quindi che impone prudenza per chi produce su quanto sia realistico attendersi dal prezzo del latte nei prossimi mesi.