La situazione è abbastanza delineata: c’è stata una contrazione marcata e repentina della produzione di latte a livello mondiale e questo, a fronte di una domanda che si è mantenuta stabile, ha creato un rapido diminuire delle quantità di latte “libero” che normalmente circola nei canali del commercio mondiale.
I prezzi ne hanno immediatamente risentito. Quelli del latte spot, ovviamente, perché sono il primo indicatore di una tendenza.
E i prezzi del latte alla stalla?
Secondo gli analisti di Rabobank – come spiegano nel loro rapporto sull’ultimo quadrimestre 2016 per il settore dairy – ci sono alcuni elementi che vanno considerati perché avranno un peso importante su una prospettiva a breve dei prezzi.
Il primo è che la svolta attuale è data da una brusca diminuzione delle produzioni e non da un aumento della domanda.
Il secondo è che la ripresa dei prezzi sarà frenata dall’ammontare delle scorte di latte in polvere che sono state accantonate nei mesi precedenti per contenere l’offerta di latte quando essa era nella fase di massima produzione.
Basta dare un’occhiata al grafico relativo all’andamento, mese per mese, degli stoccaggi in Europa per rendersene conto: +1.262,71% rispetto al periodo corrispondente dello scorso anno!
Pur con la gradualità e i tempi tecnici per la sua immissione nei “lattodotti” mondiali è un quantitativo che inevitabilmente avrà un effetto frenante sullo slancio della ripresa dei prezzi.