L’emergenza per le aziende da latte non è tecnica, ma economico-finanziaria. D’accordo, c’è ancora tanto da fare, e in tante stalle, per migliorare i parametri tecnici più importanti, a partire da quelli riproduttivi. Tuttavia il dato che emerge con sempre maggiore chiarezza, e su cui concordano tanti analisti, è che la vera emergenza nelle nostre stalle – chiamate ad affrontare un dopo quote che si preannuncia tutt’altro che agevole – è quella economico-finanziaria.
Senza però che questa emergenza, sul campo, sia percepita dai più.
Possibile? Possibile.
Mentre, infatti, non c’è stalla dove non si guardino con attenzione i parametri produttivi e riproduttivi, sono veramente poche quelle nelle quali viene gestita la parte economico-finanziaria in maniera puntuale e circostanziata, con bilanci di previsione, business plan, analisi dei costi, strategie di sviluppo.
Molto più frequente è il procedere secondo un’inerzia che vede il sostanziale ripetersi di prassi gestionali da un anno all’altro, con una capacità limitata di individuare i reali punti di forza, generatori di redditività per l’azienda, e i punti deboli, che invece questa redditività la compromettono.
Arrivando così all’apparente paradosso di aziende estremamente produttive che però hanno una redditività inferiore rispetto ad altre meno produttive. Per non parlare del gran numero di aziende con redditività pari a zero o negativa. Ossia, lavorano in perdita, erodendo anno dopo anno le proprie capacità di resistenza ai colpi del mercato, che non fa (e non farà) sconti.
Questa impossibilità di leggere come realmente vanno le cose in azienda è favorita dal non avere a disposizione indici che, analogamente a quelli produttivi e riproduttivi, diano il polso della situazione sul versante economico-finanziario.
Ci sono infatti parametri legati alla sfera riproduttiva che più o meno conosciamo (HR, CR, PR); più oscuri invece sono gli indici economici. Ma solo chi si appoggerà sugli uni e sugli altri potrà rispondere alla sfide del dopo quote.
E il prezzo del latte? Certo che è importante. Con un prezzo alto tutto viene coperto e fare reddito è alla portata di (quasi) tutti. Ma anche con prezzi del latte in diminuzione è possibile passare da una redditività negativa a una positiva, anche in Italia, con tutte le sue zavorre insopportabili.
È possibile, ma solo abbandonando una maccheronica gestione economico-finanziaria della stalla e abbracciandone una più coerente con le sollecitazioni del mercato.
Di tutto questo si è parlato durante la sessione dedicata alla gestione aziendale del 17° Seminario del Sata Lombardia, svoltosi il 25 e 26 novembre scorsi a Padenghe sul Garda. E lo si è fatto ragionando sui bilanci di 80 aziende lombarde: un campione indicativo della realtà produttiva più avanzata, quella lombarda, e delle discrepanze esistenti, che fanno sentire tutto il loro peso in termini di redditività e di sostenibilità economica presente e futura.
Ne sono usciti tanti spunti su cui non si potrà non tornare.