Non so se è solo una coincidenza oppure no, però le ragioni sono le stesse per ognuno. E anche i risultati. In poco tempo ho visto un a serie di stalle passare dalle cuccette alla lettiera e per ognuna c’era solo una grandissima soddisfazione per la scelta fatta.
Del resto anche l’osservazione delle vacche non lasciava dubbi su quale fosse il loro pensiero.
Attenzione, non lettiera come la si intende storicamente, ma una cosa diversa, quella che è chiamata lettiera coltivata: strato abbondante di lettiera di vario materiale e giornalieri passaggi di rivoltamento e arieggiamento.
In un presente (ma ancora di più in un futuro) irto di ostacoli e insidie per il mondo dell’allevamento da latte, la capacità di questa lettiera di dare risposte efficaci a tante questioni critiche dolorosamente aperte la rende di grande attualità.
Pensiamo al problema della durata delle vacche in stalla, dei costi per i farmaci, dei problemi metabolici che si accaniscono nella fase di transizione, fino ad arrivare alla gestione delle deiezioni, ai patemi d’animo per il riempimento delle vasche nelle fasi di divieto di spandimento…
“Il passaggio alla lettiera è stato un punto di svolta per la mandria. Ho recuperato la maggior parte delle vacche con problemi a piedi e arti, le dermatiti sono scomparse, le vacche si muovono meglio e mostrano più chiaramente i calori, vanno più facilmente alla mangiatoia, si coricano e si alzano senza difficoltà, ognuna ha un suo spazio ed è aumentata anche la tranquillità generale nella stalla. Tutto questo si traduce in una maggiore durata delle bovine in stalla, drastica diminuzione della spesa per farmaci e interventi veterinari, vacche che stanno meglio e, non ultimo, letame facilmente gestibile e stoccabile. Insomma: un grande miglioramento”.
Così, in sintesi il parere degli allevatori confrontando il prima e il dopo su lettiera.
Un ritorno al passato che va incontro al futuro, nel senso che ciò che viene chiesto (o, meglio, imposto, dalla normativa e/o dai prezzi del latte) a chi alleva è benessere animale, ridotto consumo di farmaci, durata in stalla delle vacche, facilità e bassi costi di gestione.
Certo, con alcune condizioni irrinunciabili: la lettiera va vista come investimento e come scelta (che ha un suo costo) a cui dedicare tempo e attenzione affinché sia asciutta, pulita, fresca.
Coltivata, appunto, con la stessa cura che si potrebbe dedicare a una coltura fondamentale.
E ovviamente nessuna scorciatoia sugli spazi a disposizione delle bovine.