Le mastiti sono la prima e più impegnativa voce quando si parla di consumo di antibiotici nella stalla da latte.
Vista la stretta in arrivo circa i principi attivi consentiti, ma anche le valutazioni inerenti il risparmio in termini di costi diretti e indiretti legato all’anticipo del problema rispetto alla sua cura una volta che si è manifestato, ogni indicazione utile è ben accetta.
Ci sono tecnologie ormai rodate che danno notizie utili monitorando in tempo reale il latte munto, ma anche le bovine si danno da fare per avvertire.
A modo loro, ma lo fanno.
Il comportamento delle bovine, infatti, dice in anticipo (certo, a chi sa ascoltare e vedere) se c’è una mastite in arrivo. Questo avviene alcuni giorni prima che si manifestino i segni clinici.
Così almeno la pensano i ricercatori della University of British Columbia e della Southern University of Chile, che hanno indagato la faccenda in uno studio pubblicato su Applied Animal Behaviour Science.
Lo studio è durato due anni, svolto su bovine a inizio lattazione, andando a cercare i cambiamenti nel comportamento animale che precedono la comparsa dei segni clinici della mastite.
L’assunzione di cibo diminuiva mediamente di 1,2 kg cinque giorni prima che fossero notati i segni clinici della mastite. Le bovine spendevano meno tempo alla mangiatoia e diminuiva anche il loro comportamento competitivo alla mangiatoia e all’abbeveratoio nei confronti di altri soggetti. Diminuiva anche il tempo passato dalle bovine al rullo, mentre cresceva quello passato in piedi.
Lo studio ha verificato che il miglioramento nel comportamento delle bovine avveniva due giorni dopo l’inizio del trattamento per la mastite, con la fase alimentare (sia come assunzione di cibo che come tempo passato alla mangiatoia) che migliorava più rapidamente rispetto al comportamento competitivo nella mandria.
La ricerca di questi segnali precoci – sottolinea lo studio – potrebbe dare indicazioni preziose per minimizzare la gravità, la diffusione e la durata dell’infezione.