Mi piaceva talmente questa frase, in mezzo a una chiacchierata assai interessante con un veterinario buiatra di lungo corso, che ci ho fatto un titolo. Bella perché dice una cosa importante e lo dice con quella chiave (ossia, quel tanto di paradosso che fa strabuzzare gli occhi e impone di capire se sotto a titolo c’è una scemenza o una cosa seria) che fa rimanere in testa il concetto.
Bene, procediamo.
Tema: asciutta selettiva.
Svolgimento: per un certo numero di bovine niente antibiotico, solo sigillante.
Qui non stiamo a dire come e perché sono state scelte le bovine senza antibiotico. Diamo per scontato che siano state scelte con i più congrui parametri.
Ora passiamo al dopobarba, pardon, al sigillante.
La cosa è interessante perché questo è un passaggio che non sento molto citato quando si parla di asciutta e di asciutta selettiva. D’accordo, ci sono tantissimi punti da considerare, ma il sigillante, tanto più se non c’è antibiotico, diventa una cosa ancora più seria.
L’applicazione del sigillante nel capezzolo – dice il vet, che di stalle ne vede tante – è un’operazione delicata che va fatta con cura e richiede la massima igiene. Se no uno sigilla il quarto e la mammella, ma siccome non ha pulito bene il capezzolo o non ha usato il guanto dentro quel quarto avrà sigillato per bene anche tanti batteri.
Il resto si può immaginare.
Quindi, ricapitolando: col dopobarba si può fare un po’ come si vuole, col sigillante no.