Come è noto a tutti coloro che frequentano allevamenti di vacche da latte ci sono situazione assai diverse in stalla. Potremmo immaginare, per comodità, tre categorie: una che arranca e insegue, inseguita da problemi; una così-così e una terza parte dove i risultati sono buoni o ottimi.
Inutile dire che solo nella terza categoria l’allevatore è mediamente fiducioso nel futuro, sereno e non è costretto a dipendere spasmodicamente da un centesimo in più o in meno nel prezzo del latte e a delegare completamente ad altri, al mercato, senza poter fare nulla per controllare gli eventi, la sua serenità e le prospettive della sua azienda.
Come in una curva gaussiana, o a campana, potremmo mettere un 25% di coda, un 50% al centro e un 25% all’avanguardia, per semplificare.
Pur nelle diversità tra un’azienda e l’altra, c’è un dato che accomuna le stalle del miglior 25%: la qualità del dato riproduttivo. Sono tutte stalle dove le gravidanze sono numerose.
Dove c’è questa situazione tutto concorre a fare andare le cose bene e meglio. Dove le gravidanze mancano e sono difficili da ottenere, tutto concorre ad avvitarsi per il peggio, perché dietro si celano lattazioni lunghe, dismetabolie, rimonta insufficiente, meno latte prodotto con costi superiori, più spesa di farmaci e tanto altro che tutti conosciamo.
Ci sono le statistiche, i dati medi, ma è pur vero che ciò che conta è sempre e solo il proprio dato. E, parlando di PR, non c’è dato buono che non possa essere migliorato.
Il successo di una fecondazione è un po’ come la realizzazione di un gol in una partita di calcio: la finalizzazione di una grande quantità di azioni che partono da lontano.
Questo significa che sempre si può trovare qualche nuovo spunto per migliorare, perché un semplice ritocco può avere un effetto leva su tutto il resto e portare a risultati importanti.
Serve curiosità per cercare dove ancora non si è cercato, vedere quello che ancora non si è visto, provare ciò che ancora non si è provato.
Il dato del PR è la punta di un iceberg, sotto il quale si cela un mondo fatto di selezione genetica, di gestione, di strutture adeguate, di sanità della mandria, di corretta alimentazione, di adeguata preparazione della rimonta e tanto ancora. Come in un puzzle la figura finale si ottiene dalla composizione di tante tessere diverse, ognuna importante.
Le occasioni per imparare sono molte.
Tra queste segnalo a chi fosse interessato il convegno di giovedì prossimo 8 novembre alle 15.30 presso l’Università Cattolica di Piacenza, dedicato proprio all’esplorazione delle vie per alzare il Pregnancy Rate aziendale e a come trasformare il dato tecnico in concreta opportunità di reddito.
Segnalo questo convegno perché sarò il moderatore e quindi potrebbe essere una bella occasione per incontrarci.