Se ne parla, se ne scrive, se ne tratta.
Certo, ancora con molti distinguo, dubbi, perplessità perché l’idea che le vacche da latte tornino a mangiare erba, ancor più pascolando, è un’idea che molti tecnici e allevatori (cresciuti con l’idea che la bovina da latte fosse un ruminante eventuale e una mangiatrice d’erba solo nelle cartoline illustrate delle baite di montagna) devono mettere a fuoco ancora con la dovuta precisione.
Troppo fuori da schemi consolidati di gestione della terra, della stalla, della razione.
Ciò non toglie che sia un tema da monitorare con attenzione per tutti coloro che vogliono cogliere tendenze flebili ora, ma che potrebbero essere importanti domani.
Ecco perché ne parlo in questo Blog e cerco di evidenziare ogni realtà, sia pure di nicchia, ove questa pratica si sta inserendo nel management aziendale.
Ebbene, vi riporto alcuni stralci dell’ottimo pezzo di Marianna Donnola che comparirà nella sua interezza sul numero di Professione Allevatore in preparazione in questi giorni.
Nel pezzo l’autrice fa il resoconto del primo progetto di pascolamento razionale Voisin (dal nome del suo ideatore) intensivo in Europa, presentato recentemente in Francia.
È una tecnica che propone il pascolo declinato in maniera razionale e produttiva e il risultato è una produzione a bassissimi costi, massimo rispetto ambientale e benessere animale estremo. Di fondamentale importanza la parte agronomica, per la corretta gestione del cotico erboso.
Vediamo qualche dettaglio tratto dall’articolo.
Si presenta un allevamento vicino a Nantes con 50 Holstein in mungitura che e si estende su circa 60 ettari dei quali 10 sono stati lasciati per la coltivazione di erbai annuali e poco meno di 50 sono stati destinati al disegno delle parcelle per il pascolamento razionale.
L’alimentazione delle bovine consiste per il 90% di erba. Escludendo alcuni mesi d’inverno nei quali gli animali si trovano in stalla, l’azienda effettua una rotazione degli animali tra le parcelle a pascolo.
Per soddisfare i fabbisogni di tutti i capi la mandria è stata divisa in due gruppi che pascolano la stessa parcella in due tempi diversi: così, le vacche in produzione pascolano per prime raccogliendo la frazione di erba che offre più sostanze nutritive, e il gruppo delle asciutte transita successivamente pascolando “a fondo” la parcella, facendo uso della porzione di erba più fibrosa e con minor energia e proteina che corrisponde allo strato inferiore del cotico.
Il terzo gruppo è costituito dalle manze di rimonta, che iniziano e finiscono la parcella per poi spostarsi alla successiva.
Il pascolo è suddiviso in numerosissime parcelle. Ognuna di esse è provvista di un punto per l’abbeverata e circondata da strade di circolazione.
La grande quantità di parcelle rappresenta la base per poter gestire la mandria a pascolo, poiché così questa riesce a far fronte, senza grandi difficoltà, a lunghi periodi di non crescita dell’erba.
Inoltre disporre di più zone di pascolo permette il giusto riposo delle parcelle sfruttate, fatto questo che a sua volta tutela la perennità delle specie foraggere ed evita problemi al suolo a seguito del calpestio.
Le installazioni, inoltre sono state progettate in modo che parte del recinto sia facilmente smontabile per consentire il confezionamento di riserve di foraggio nel periodo in cui l’offerta di erba eccede i fabbisogni della mandria.
Il Pascolamento razionale Voisin prevede pascoli turnati con corti tempi di permanenza degli animali nelle parcelle e relativi lunghi periodi di riposo delle parcelle pascolate.
È proprio grazie al giusto spostamento della mandria con un alto carico istantaneo che si riescono a controllare naturalmente le specie spontanee e si apportano abbondanti volumi di sostanza organica attraverso le deiezioni degli animali.
La dinamica della rotazione prevede che dopo ogni mungitura il gruppo delle lattanti acceda ad una nuova parcella, con due cambi di parcella al giorno.
Le manze permangono nella parcella circa due giorni, prima di essere destinate ad un altro pascolo.
Parte dell’azienda è stata seminata su sodo con un miscuglio di specie foraggere perenni per aumentare la qualità e il volume di produzione di erba. La semina non prevede l’utilizzo di diserbo: le spontanee possono tranquillamente arricchire la dieta delle vacche, e nel caso di specie rifiutate dai bovini, un corretto pascolamento razionale farà sì che queste specie “indicatrici” spariscano dal cotico.
L’azienda produce in media 22 kg di latte per vacca ogni giorno con una media di due vacche a ettaro.
Gli alimenti addizionali che vengono utilizzati sono fieno e silo di produzione propria che sono distribuiti all’interno delle parcelle di pascolo, principalmente per bilanciare i nutrienti della dieta. Ogni giorno viene dato anche un kg di concentrato energetico per le vacche in lattazione.
Per l’articolo completo appuntamento al prossimo numero di Professione Allevatore.
L’autrice dell’articolo, che qui è riportato in sintesi, è una ingegnere zootecnico argentina (da anni ormai residente in Italia), esperta di pascolamento e consulente per allevamenti.
Organizza per il mese di ottobre un viaggio in Francia per tecnici e allevatori per l’approfondimento delle tecniche moderne di pascolamento.
Può essere contattata a questo indirizzo: marianadonnnola@hotmail.com