Fare le cose a braccio in questo caso non vuol dire improvvisare e farle così così. Questo perché il braccio in questione non è quello di un mungitore, ma un braccio robotizzato.
Braccio robotizzato che è una delle novità presentate a Fieragricola che si inserisce nell’ambito della robotizzazione di una parte del processo di mungitura, con una tecnologia inserita su una macchina esistente.
Di che si tratta?
Esattamente di un braccio robotizzato, che “vede” la mammella e i suoi capezzoli (accuratezza di identificazione del 99%) e va a fare il trattamento di pre e di post mungitura.
Lo si può applicare a quasi tutte le sale di mungitura a giostra con mungitura esterna, ha diversi schemi di spruzzo, un’applicazione spray intelligente, il volume di spruzzo è regolabile, è autopulente.
Nella sua massima capacità questo robot riesce a fare un trattamento ogni 7 secondi, oltre 500 vacche/ora.
E poi, essendo un robot, fa il suo lavoro esattamente allo stesso modo dalla prima all’ultima vacca, senza smagliature e incertezze. Il robot indentifica rapidamente la bovina nella sua posta e applica la quantità raccomandata di spray su ogni singolo capezzolo.
Il suo inserimento permette di eliminare la necessità di lavoro – e quindi di manodopera – prima e dopo la mungitura.
Un altro tassello di tecnologia che entra nella stalla, dunque, occupandosi di pre e post dipping. Con la robotizzazione che dà una mano per migliorare i risultati. E insieme alla mano dà anche tutto un braccio.
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