Perché il vitello è così soggetto alla malattia respiratoria?
Il problema è serio, come sa bene ogni allevatore. E sta diventando ancora più serio anche in ambito allevamenti da latte. La malattia respiratoria, infatti, se da sempre è la problematica principale nell’allevamento bovino da carne, sta guadagnando posizione anche in quello da latte.
Ci sarà modo di riparlarne in più riprese, perché al tema sono stati dedicati vari convegni e webinar interessanti e vi riporterò quanto più mi ha colpito.
Per cominciare, una domanda: il bovino è più soggetto di altre specie alla malattia respiratoria? La risposta è sì.
Lo è e di questo bisogna sempre tenerne conto quando si valuta ogni problema potenziale, ogni incongruenza, ogni anomalia nella stalla, nella ventilazione, nelle temperature che potrebbe avere un effetto a livello di vie respiratorie.
Dunque, procediamo.
Sì, il bovino è “strutturato” per andare incontro a malattia respiratoria. O, meglio, lo è il bovino attuale nelle condizioni di allevamento confinato.
È una questione di misura, e la misura, in questo caso, conta e fa la differenza.
Il bovino – questo è il punto – nasce già deficitario dal punto di vista polmonare, ossia ha un polmone piuttosto piccolo rispetto a tutto l’organismo. Se prendiamo una normale lattifera il polmone arriva al massimo a una decina di kg, su 600-700 kg di peso corporeo dell’animale.
Un piccolo polmone per un grande compito: dare ossigeno a tutto l’organismo. E cosa fa un animale in deficit respiratorio? Ovvio: respira più velocemente. Per compensare con la maggiore frequenza di respirazione la minore quantità di aria assunta ad ogni atto.
Ma se respira più velocemente, come conseguenza di ha un aumento dell’assunzione di polveri, batteri, virus… tutto ciò che c’è, e magari non dovrebbe esserci, nell’aria circostante.
Capite che tenere sempre presente questo dettaglio chiave, aiuta a mettere a fuoco il perché di tante situazioni da attuare (o non attuare) in vitellaia. E sulla necessità di fare al meglio tutto ciò che potrà ridurre questa penalizzazione di default del vitello, in primis la colostratura.
Ne riparleremo.